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Roma :: Giornata della memoria: un giorno per conoscere.

ROMA :: 19/01/2010 :: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Così Primo Levi, scrittore italiano e deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, descrive il compito di ogni uomo. Oggi, più che mai, diventa doveroso. Sono troppi, infatti, i casi di intolleranza che si manifestano nelle nostre città e lontano è il ricordo nelle nuove generazioni di quello che è stato lo sterminio degli Ebrei, dei Rom, dei Sinti, degli omosessuali e dei dissidenti politici conosciuto con il nome di Shoa.

Dal 2000 questa immane tragedia è commemorata in Italia il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, col nome di “giornata della Memoria. Nel nostro Paese, secondo la relazione di antifa.ecn.org, progetto nato all’interno di “Isole nella rete – ECN”, tra gennaio 2005 e dicembre 2008 si sono verificate almeno 329 aggressioni fasciste e 161 atti vandalici e danneggiamenti inneggianti al nazifascismo. Mentre sono 69 le aggressioni solo nel 2009. Questi numeri diventano tanto più preoccupanti se si pensa che sono in costante aumento, s
oprattutto ai danni di Rom. Popolo perseguitato al pari di quello ebreo dai nazisti e non solo. Le politiche governative e il pacchetto sicurezza, non hanno stemperato il clima di razzismo e discriminazione che monta nel paese.

Commemorare il “giorno della memoria” diventa, dunque, un dovere ben preciso: sforzarsi per tornare al cuore della ferita lacerante che la Shoa ha aperto nel XX secolo nella nostra civiltà. Non ritualizzarla, perché l’intento di questa giornata non è un’operazione di mera conservazione ma una iniziativa di permanente apprendimento. Per ricordare ciò che è stato senza dimenticare ciò che è.

 

Alessia Cinti 

alessia.cinti@calnews.it