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Roma :: Un grande trionfo il Galà delle Eccellenze Calabresi nella Capitale.

Durante la serata  consegnato il Premio “Made in Calabria” a quattro storie di successo

ROMA :: 25/02/2011 :: Personalità  di spicco del mondo istituzionale, della cultura,  della società, dell’economia, rappresentanti dell’associazionismo, emblema di quella Calabria positiva capace di  farsi largo e di vincere  in Italia e nel mondo, si sono ritrovati numerosi nella Capitale,  presso il Teatro Quirino,  per una serata di tributo alla terra d’origine, ai suoi valori: il Galà delle Eccellenze Calabresi. Una manifestazione, intensa d’emozioni, ideata e condotta da Piero Muscari, nel corso della quale sono state ripercorse le storie di quattro calabresi di successo, con l’assegnazione del Premio “Made in Calabria”.

La cerimonia di consegna del riconoscimento, approdata  con  la sua quarta edizione nell’Urbe, ha  avuto come protagonisti:  per la  sezione mondo l’astrofisica Sandra Savaglio;  per la sezione Italia il presidente dell’Associazione Bancaria  Italiana e della Banca Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari; per la sezione Roma il regista Pier Francesco Pingitore; e  per la sezione Calabria il cantautore Peppe Voltarelli.

E  i premiati con le loro storie,  con la loro testimonianza, sono stati  ambasciatori di quella Calabria che vuole progredire, fiera delle sue origini e  che vuole farsi apprezzare e conoscere.

Ha chiesto perdono alla Calabria per averla “tradita”, lasciandola per lavorare all’estero. Una terra alla quale, come alla sua gente,   ha dichiarato il proprio amore Sandra Savaglio, apparsa sulla copertina del Time, quale  simbolo di fuga dei cervelli. «Ho imparato ad apprezzarla molto stando lontano,  confrontandomi con realtà, genti, tradizioni e  storie diverse». Elogiando la modestia e l’umiltà dei Calabresi, Sandra  Savaglio ha evidenziato la bellezza della sua terra e la sua ricchezza di valori, «la Calabria, un favola che ha aspetti difficili». Una regione che grazie alle sua gente e alla sua bellezza  può  giungere  a un  lieto fine. È stata premiata dall’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, il quale nell’occasione ha informato  di essersi recato, su mandato del presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti,  presso il Ministero della Ricerca e dell’Università per  verificare le possibilità di far tornare Sandra  Savaglio a insegnare in Calabria.  Alla Savaglio,  come agli altri premiati, è stata consegnata un’opera realizzata da un altro importante calabrese, il maestro della vetrofusione Silvio Vigliaturo.

Sul palcoscenico  anche il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, il quale si è soffermato su ciò che la scelta di partire e lasciare la terra d’origine comporta,  una terra che nella sua complessità  forgia il carattere,  che abitua alla fatica e   a saper correre da soli. «Tutto quello che arriva è perché alla fine si è riusciti a fare un po’ meglio degli altri. Nel momento stesso  in cui si decide  di non stare a casa propria, si compie una scelta dolorosa. Si rinuncia a un pezzo di se stessi. È un investimento importante, è una scelta che tocca nel profondo.  L’investimento può riuscire  o non riuscire. Si riesce se si fa tanta fatica e  credo che noi Calabresi  siamo forti in termini di sopportazione di essa e anche delle difficoltà. Veniamo da un luogo che tempra bene  le persone». Su sollecitazione del conduttore, il presidente dell’Abi  si è espresso anche  sul frangente  di congiuntura  economica che il Paese  è chiamato a vivere. Un momento che offre  anche grandi opportunità, ma che impone l’assunzione d’impegno per  costruire un futuro  migliore per le generazioni che verranno prima ancora che per le attuali.

A premiarlo il sindaco “della più grande  città  calabrese”,  come  ha  definito  più volte   la Capitale, Gianni Alemanno. «Girando per l’Italia  da molto tempo – ha commentato  il primo cittadino – ho visto emergere i Calabresi in tutte le città, riuscire a conquistare posti di rilievo e   infondere le loro energie nelle realtà  in cui vivono».   Ha aggiunto «le identità si rafforzano quando  sono riconosciute  e mantenute vive come radici,  come tradizioni. Non è vero che un’identità deve cancellare un’altra per forza. Si può essere romani  rimanendo perfettamente calabresi.  Naccari è il nostro ambasciatore nei rapporti con la Calabria, con  Giuseppe Scopelliti,  ed ha il compito di valorizzare le tantissime energie  dei  500 mila Calabresi che vivono  nella Capitale».

 Un richiamo poetico alla terra che gli ha dato i natali da parte di Pier Francesco Pingitore che è stato premiato dal consigliere regionale della Calabria, Nazzareno Salerno e, a  sorpresa, da  un gruppo di attori del Bagaglino. Si è definito «un Calabrese particolare, nato in Calabria, da genitori Calabresi, ma che in questa terra non c’è mai vissuto, cittadino di  una splendida città di calabresi, Roma che tutti accoglie». Poi il ricordo dello nonno della madre  che  da Pizzo veleggiava con i suoi carichi verso il Mar Nero.  Il viaggio in  «quel mare avventuroso ritorna nei miei sogni,  nelle mie chimere, nel senso errante della vita».  Da qui l’esortazione di Pingitore  a non lasciare mai il proprio veliero, i propri sogni, il richiamo a valori come il senso del rispetto,  la dignità e  la riservatezza di modi.  Ripercorrendo le primissime tappe  che con Mario Castellacci  l’hanno portato a fondare la Compagnia del Bagaglino,  «la nostra  fortuna – ha commentato – è stata   incontrare un altro  calabrese (anche Mario in qualche misura lo era), Oreste Lionello che ci ha insegnato tante cose, a valorizzare i nostri testi, ci ha dato la sensazione di potercela fare, di poter andare avanti».  

 «Un giovane che suona e cerca strada per  una musica apparentemente particolare,  ma in realtà  molto legata  alla nostra terra, alla nostra storia, alla nostra identità, alla nostra lingua»  questo è il quadro che  Peppe Voltarelli  ha tracciato di se stesso. «Da tanti anni porto avanti un lavoro legato al dialetto,  ad una lingua, e dell’accento non mi sono mai disfatto. Ho deciso che forse avrei fatto prima  a far diventare il dialetto un valore che non a cancellarlo», ha dichiarato il cantautore  al momento di ritirare il premio dalle mani del Consigliere in Campidoglio,  Naccari. Il rappresentante del Comune Capitolino, delegato ai Rapporti  con le comunità Regionali, che con il sindaco Alemanno è stato  fautore dell’approdo del Galà a Roma,  si è  soffermato sul suo impegno istituzionale, sulle circa trenta iniziative  che in circa un anno e mezzo hanno legato la Capitale  alla Calabria,  tra le più recenti  «la Fondazione  “Calabria, Roma, Europa”,  che sta registrando l’adesione di diverse associazioni e personalità». Ha evidenziato la presenza vastissima di calabresi nell’Urbe e l’opportunità di attivare la rete di corregionali nel mondo.

Una serata  intensa e d’alto profilo  anche dal punto di vista artistico che ha visto avvicendarsi sotto i riflettori del Teatro Quirino,  i comici reggini Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi, il Corpo di Ballo di Evelyn Hanack, lo stesso Peppe Voltarelli, il batterista Francesco Isola,  il bassista Toto Ielasi  e Stefania Calandra.  Creatività calabrese  in passerella con  l’alta moda di Anton Giulio Grande, le realizzazioni orafe e i gioielli di G.B Spadafora, le proposte del settore calzaturiero dell’azienda de Tommaso e le cravatte, preziose confezioni sartoriali dell’azienda Arcuri.

Tanti gli apprezzamenti e gli attestati di stima giunti al direttore artistico dell’evento, Piero Muscari, il quale si è dichiarato «felice del successo della serata, un nuovo ed importante riconoscimento a  tanta gavetta e a  oltre venticinque anni di duro lavoro profuso per raccontare  la Calabria con il rigore ed il rispetto che merita».