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S. Maria del Cedro :: No alle discariche e agli impianti di selezione dei rifiuti indifferenziati.

SANTA MARIA DEL CEDRO :: 03/01/2009 :: Cosa sono oggi le nostre città e cosa i nostri territori?  L’illustre Urbanista Edoardo Salzano, nel prezioso testo “Fondamenti di Urbanistica” (Laterza, 1998), afferma che “La città oggi è in una crisi profonda. E' difficile riconoscerla come la <<Casa della società>>: è più facile definirla il luogo delle lacerazioni della società”. Ed il territorio, invece, un tempo pensato in opposizione alla città, oggi lo si può considerare come inglobato in essa, al punto che è necessario ormai parlare di “territorio urbanizzato”.

Difatti, sostiene Salzano, rifacendosi ad Italo Calvino: “Se non sappiamo governare il territorio, se non sappiamo evitare che l'urbanizzazione diventi degrado e distruzione della natura, se non sappiamo evitare che l'urbanizzazione si riduca ad esportazione dei rifiuti della crisi urbana, il territorio si vendicherà nei confronti della città”. Anche per questi motivi, la sociologa americana Saskia Sassen ha inventato l'espressione “città globale”. Peraltro, come denuncia da più tempo il Premio Nobel per la Pace 2004, la keniana Wangari Maathai (La Repubblica, 7-8-07), “Tra ambiente, governance e pace esiste un legame preciso molto profondo ed è essenziale pertanto che la nostra definizione di pace e sicurezza sia allargata fino ad includervi una gestione consapevole e responsabile delle limitate risorse della Terra, come pure una loro spartizione più equa”. Insomma, i cambiamenti climatici, le malattie determinate dalle condizioni in cui versa l'ambiente in cui viviamo, la fine delle guerre, la sopravvivenza stessa della vita dell'uomo sulla terra, dipendono esclusivamente da una imprescindibile presa di coscienza dei limiti del nostro pianeta, dal conseguente obbligo di tutelare la natura ed i nostri territori e, soprattutto, dalla irrinunciabile necessità di rimettere in discussione il nostro (quello del mondo occidentale) iperconsumista e dissennato stile di vita. E' chiaro, dunque, che nei settori in cui, oltre chiaramente al consumo di territorio, si provocano effetti disastrosi sull'ambiente, con la cattiva progettazione industriale, di merci e imballaggi che utilizziamo e gettiamo tutti i giorni, e la malagestione del ciclo dei rifiuti, è necessario, al di là dell'emergenza, ragionare su tempi lunghi e proporre svolte radicali – legislative, organizzative e comportamentali – dialogando, non demonizzandole, con le pacifiche proteste dei cittadini che, invocando la tutela della salubrità delle città in cui vivono, iniziano anche a prendere coscienza dei limiti del pianeta. Come ci ha spiegato in modo illuminante il professor Paul Connett, docente di chimica ambientale alla St Lawrence University di Canton – New York,  negli incontri del novembre scorso con studenti e cittadini della Calabria, tra cui uno molto partecipato a Santa Maria del Cedro, “se l'acqua deborda dalla vasca del bagno di casa, prima di cercare dei contenitori adatti per iniziare a svuotarla od asciugare il pavimento, è necessario chiudere il rubinetto che la alimenta”. L'attuale situazione emergenziale della raccolta dei rifiuti in tutta la Calabria sta alimentando alcune proposte prive di qualsiasi fondamento scientifico, persino da parte di autorevoli cariche istituzionali dell'ente regionale. E di qualche giorno fa la notizia della proroga del Commissariamento della Calabria sulla gestione dei rifiuti, cosa che permetterà di fare atti dannosi e prevaricatori nei confronti delle comunità locali e non affrontare politicamente il nodo del corretto trattamento del ciclo dei rifiuti. Per questo, abbiamo delle proposte concrete e coerenti:

l        eliminazione della parte putrescibile dei rifiuti (il 30% del totale) con la sua raccolta, attraverso appositi contenitori, presso negozi ed abitazioni ed il trasporto, in attesa della  realizzazione degli impianti di compostaggio, là dove esistono tali opifici;

l        riciclaggio forzato della parte secca e raccolta degli imballaggi (40% del totale) organizzata presso le utenze commerciali con ordinanza che ne disponga il conferimento separato;

l        attività di controllo straordinarie per frenare i flussi illegali dei rifiuti industriali pericolosi;

l        verifica del corretto ritiro e smaltimento dei rifiuti solidi urbani; è sotto gli occhi di tutti la quantità ridicola di raccolta differenziata e la qualità del trattamento dei RSU che, in questo momento, le società di smaltimento dei rifiuti garantiscono ai comuni interessati (spesso quei rifiuti che, con tanta accortezza e senso civico, i cittadini hanno provveduto a selezionare,  sono riversati sullo stesso automezzo);

l        la realizzazione e il potenziamento di quelle realtà produttive volte al riciclo, riuso e recupero dei rifiuti, come produzione del compost, recupero e riciclo di imballaggi, separazione di materie prime nelle apparecchiature complesse,  cosa che sosterrebbe il m
ercato del lavoro in una regione con un alto tasso di disoccupazione che importa l'80% circa dei prodotti consumati. I Sindaci dei comuni dell'ambito Alto Tirreno Cosentino si affannano in questo periodo a progettare  e realizzare fantomatiche piattaforme non meglio specificate che dovrebbero selezionare e “valorizzare” i rifiuti indifferenziati. Come il prof. Connett ci ha spiegato di recente, sono le nostre mani i migliori e più economici impianti di selezione, le nostre scelte di consumatori attenti quelle che eviteranno inutile produzione di rifiuti, la responsabilità della buona produzione industriale che garantirà la scomparsa di rifiuto non riciclabile. Il Forum Ambientalista, a sostegno dalla comunità locale di Santa Maria del Cedro, ha fatto quella corretta informazione che altrimenti le popolazioni e le organizzazioni sociali che le rappresentano non avrebbero ricevuto dalla loro “casta” politica. A Santa Maria del Cedro c'è il pericolo, molto concreto, che l'impianto di selezione e trattamento dei rifiuti sia nient'altro che un impianto per la produzione di ecoballe di rifiuto talquale, con tutti i pericoli che il caso Campania ci ha recentemente illustrato. Le soluzioni al problema dei rifiuti sono da ricercare nei modelli di gestione su scala locale, rigettando l'idea che le grandi opere siano la bacchetta magica che fa sparire i rifiuti, ma puntando prevalentemente sull'educazione del cittadino-consumatore e dei produttori per l'assunzione di responsabilità nei confronti dell'ambiente naturale e della vivibilità delle specie viventi.

 

 

Francesco Saccomanno,  Gemma De Rosa, Mauro di Marco

(Forum Ambientalista Calabria)