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San Giovanni in Fiore :: Sanità: il sindaco Antonio Barile, “Carenze gravi”.

SAN GIOVANNI IN FIORE :: 19/01/2011 :: A proposito della chiusura del punto nascita dell’ospedale di San Giovanni in Fiore, stabilita dal Commissario dell’ASP di Cosenza, che come si legge dal provvedimento “prescinde dal decreto del Commissario ad acta, e scaturisce dallo specifico accertamento condotto da una commissione aziendale che ha rilevato fortissime e pericolosissime carenze, in primo luogo di natura igienico-strutturali, che rendono il punto nascita privo dei requisiti minimi previsti dalla legge”, il Sindaco della città, Antonio Barile, precisa quanto segue: “ si tratta di carenze molto gravi , frutto di responsabilità politiche accumulate negli anni.

Esistono alcune relazioni tecniche fatte dal direttore sanitario del presidio ospedaliero datate 2007 e poi 2010, in cui venivano evidenziate le gravi deficienze da sanare, fra le quali anche il fatto che le pareti della sala parto sono realizzate in cemento-amianto. Alla luce di questo, per il bene delle partorienti, non potevamo difendere l’indifendibile, non potevamo che subire la decisione dell’Azienda, che anticipa di 15 giorni le disposizioni che avevano stabilito la chiusura del punto nascita al 31 gennaio. Nonostante ciò – ribadisce il Sindaco- non ci siamo fermati nel nostro cammino teso alla salvaguardia del nostro ospedale. Per questo ieri abbiamo incontrato il Commissario De Rose insieme al nuovo primario del reparto di Ginecologia che ha assunto la direzione da poche settimane e che ha esternato il suo desiderio di volersi impegnare per il rilancio del reparto. Nella riunione – sottolinea Barile – abbiamo avuto la conferma della continuità del reparto di ginecologia insieme al servizio di ostetricia in urgenza, con la conferma dunque della presenza di un adeguato organico atto a garantire la funzionalità del reparto. Ecco perché – sottolinea – ritengo strumentali e perfino dannose le proteste, i sit-in e le manifestazioni che il centro sinistra che ha governato fino a otto messi addietro e che è l’artefice di questo stato comatoso dell’ospedale nella sua interezza,  delle associazioni cittadine e dei sindacati che, pur nella legittimità delle loro posizioni, continuano a deprecare il fatto che il sindaco non si sia messo alla testa di questo movimento di protesta. Ribadisco – dice il sindaco Barile – che al momento, come amministrazione comunale, non abbiamo nulla da protestare, perché non ne condividiamo i principi, visto che noi siamo impegnati tutti i giorni a tessere rapporti di dialogo con le varie strutture regionali e con l’azienda sanitaria in un clima della ricerca della collaborazione attraverso proposte tecniche vere e utili alla causa, che consideriamo unicamente  positivo per il nostro ospedale locale che, al di là delle denominazioni che tanto piacciono al centro-sinistra – viene salvato, pur se con gli adeguamenti dettati dalle esigenze di un piano di rientro. Noi siamo convinti che l’ospedale cittadino – dice Barile – va rianimato e lo si deve fare in fretta, per recuperare tutto ciò che non è stato fatto negli anni passati. Per questo stiamo lavorando in modo indefesso con l’ausilio di tecnici e professionisti del settore per redigere una proposta per riempire di contenuti questa struttura, da presentare al momento in cui sarà redatto il Piano Aziendale. Questi sono atteggiamenti seri e consoni ad un sindaco – dice Barile – che deve cercare sempre il bene della sua città, e su questa strada continuerò, gli altri continuino pure a nascondere i loro fallimenti politici, cercando pretesti di fronte all’abisso e al vuoto decennale di seria programmazione sanitaria, attraverso le manifestazioni ad effetto”.