fbpx

San Luca (Rc) :: ‘Ndrangheta, Preso il capo della cosca Giuseppe Nirta.

SAN LUCA :: 23/05/2008 :: I carabinieri hanno arrestato a San Luca il latitante Giuseppe Nirta, di 68 anni, di San Luca, capo dell’omonima cosca della ‘ndrangheta coinvolta nella faida con Pelle-Vottari. Nirta, accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso ed omicidio ed inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno, è stato bloccato a San Luca in un’abitazione del centro del paese di proprietà di un suo parente, che lo assisteva.

L’operazione fu disposta dalla Dda di Reggio Calabria dopo la strage di Duisburg in cui, il giorno di Ferragosto dello scorso anno, furono uccise sei persone tutte presunte appartenenti alla cosca Pelle-Vottari. Il latitante arrestato e’ il padre di Giovanni Luca Nirta, marito di Maria Strangio, la donna uccisa a San Luca il giorno di Natale del 2006. Giuseppe Nirta e’ accusato di associazione mafiosa e dell’omicidio di Bruno Pizzata, di 59 anni, ucciso il 4 gennaio del 2007 a San Luca nell’ambito della faida con i Pelle-Vottari. Nirta avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella faida. Lo scontro con i Pelle-Vottari comincio’ nel 1991 a causa di un banale lancio di uova tra un gruppo di giovani del luogo. Episodio che il 14 febbraio del 1991 provocò l’uccisione di due persone ed il ferimento di altre due. Col passare del tempo lo scontro tra i Nirta-Strangio ed i Pelle-Vottari è stato incentrato sulla gestione degli interessi criminali legati al traffico della droga ed all’infiltrazione negli appalti pubblici. Dopo un lungo periodo di stasi, la faida di San Luca si riaccese con l’assassinio, il giorno di Natale del 2007, di Maria Strangio cui fece seguito, il 4 gennaio del 2007, l’omicidio di Bruno Pizzata, esecutore materiale del quale sarebbe stato proprio Giuseppe Strangio. Il giorno di Ferragosto dello scorso anno la faida ha registrato il suo culmine con la strage di Duisburg in cui furono uccise sei persone presunte appartenenti alla cosca Pelle-Vottari, tra cui un ragazzo di 16 anni, Francesco Giorgi. I militari seguivano da tempo una traccia investigativa che nei giorni scorsi li aveva portati ad individuare la casa in cui si nascondeva il capo della cosca. Nirta, al momento in cui i militari hanno fatto irruzione, ha tentato di nascondersi, rifugiandosi dietro una porta, ma è stato subito bloccato. Il latitante non era armato e non ha opposto resistenza, rivolgendosi ai carabinieri con un "complimenti, avete fatto un buon lavoro". Il boss aveva trovato da tempo rifugio nella casa in cui è stato sorpreso. La parente è la vedova di uno zio di Nirta.