Sangineto :: Pietro Midaglia (Pd) risponde al sindaco Guardia.
SANGINETO :: 27/06/2012 :: Il sindaco di Sangineto, Sig. Michele Guardia, ha elaborato una nuova teoria: una persona che ha fatto il Sindaco a Sangineto, e secondo il suo insindacabile giudizio non lo ha fatto bene, perde per questo il diritto di essere un cittadino che conserva la facoltà ed il dovere di criticare le altre amministrazioni successive alla propria.
Andando nel merito, voglio precisare al Sig. Guardia che le cose che si ricordano dei miei 10 anni di amministrazione sono tante e tali che è difficile elencarle in una nota stampa . Il Sig. Michele Guardia era allora un ragazzo e giustamente non se ne rendeva conto, ma gli adulti, che avevano occhi per vedere e mente per comprendere, ricordano benissimo il tanto ed il positivo che ho realizzato.
Mi limito a dire al Sig. Guardia che se, in questo suo mandato amministrativo, riuscisse a fare la metà di quello che io ho fatto nel mio primo mandato, ne ricaverei un dispiacere perché lui sarebbe trionfalmente confermato come Sindaco, ma grande gioia per il mio paese, che da quegli auspicabili risultati ne ricaverebbe grandi vantaggi.
Per quanto riguarda il dissesto occorrerebbe distinguere fra chi lo dichiara e chi lo produce, che in alcuni casi possono coincidere in altri no. Mi limito a ricordare che, se avessi badato ad una mia facile popolarità, avrei potuto ricorrere all’Art. 24 ed evitare di essere io a fare la dichiarazione di dissesto. Ma io ho badato solo all’interesse del Comune, Sangineto era strutturalmente deficitario e destinato al dissesto, procrastinarlo avrebbe solo aggravato i problemi per il paese e per i dipendenti.
L’immediatezza della mia decisione ha fatto del Comune di Sangineto un’ azienda risanata che si è poi potuta amministrare con una certa tranquillità e ha fatto si che i dipendenti conservassero il posto vicino casa. Quella scelta la rivendico con orgoglio e, per quanto riguarda le cause che hanno portato al dissesto, sono pronto, nei prossimi incontri pubblici nei mesi di luglio e agosto, a discuterne seriamente con chiunque lo desidera e per l’ennesima e ultima volta.
Per il fatto di aver poi definito, secondo il sig. Guardia, impropriamente “ soffitta “ il locale dove si è tenuto il consiglio comunale, non sono io a dare la definizione di soffitta ma il vocabolario italiano che precisa appunto che chiamasi soffitta il vano tra l’ultimo piano e il tetto di copertura. Va da sé quindi che una cosa è utilizzare, indipendentemente dalla formalità della dichiarazione di agibilità, un piano terra notevolmente alto o un regolare piano che oggettivamente possono presumersi atti allo scopo, altra cosa è utilizzare appunto una soffitta per la quale è difficile aver a priori questa presunzione.
Per tutto il resto che egli afferma in proposito, abbia il coraggio civile di farlo con i diretti interessati; ognuno (è il minimo della civiltà) risponde di quello che fa e dice direttamente.
Resta il fatto che il Sig. Michele Guardia non risponde ai miei interrogativi, né a quello sull’agibilità o meno della sala, né a quello sul perché non utilizza la precedente sala consiliare e né se ha ceduto l’utilizzo di quella sala a qualcuno, per quale motivo e con quale vantaggio per il Comune.
Stia tranquillo il Sig. Michele Guardia che, indipendentemente dal suo giudizio sul mio operato, che è un qualcosa che mi fa comunque onore, non rinuncerò mai ai miei doveri prima che ai miei diritti di cittadino e, quindi, all’obbligo morale di criticare, quando lo riterrò opportuno, il suo operato e quello della sua amministrazione.
Segretario Circolo Sangineto
Pietro Midaglia