fbpx

Santa Maria del Cedro :: La Regione Calabria vigili sull’attività del Consorzio del Cedro.

Non esiste nessuna crisi di produzione e nessuno stato di Calamità delle colture.

SANTA MARIA DEL CEDRO :: 15/07/2010 :: << “A seguito delle dichiarazioni a mezzo stampa del Presidente del Consorzio del Cedro, Angelo Adduci,- ha riferito in una nota il consigliere comunale di Orsomarso, Antonio Pappaterra, -relative allo stato di calamità delle colture di Cedro nei territori di produzione, mi sono permesso di appurare la gravità della situazione denunciata e dalle testimonianze raccolte posso tranquillamente dichiarare che il Cedro coltivato nei comuni di Santa Maria del Cedro e Orsomarso, non presenta le caratteristiche calamitose descritte dall'intervento del rappresentante in “pectore” dei coltivatori e che quindi non sussistono gli elementi per dichiarare lo stato di calamità delle coltivazioni”>>.

<< I cedri di cui parla il presidente del consorzio del Cedro, ha dichiarato Antonio Pappaterra,- probabilmente provengono da una coltivazione che non ha adottato misure sufficienti di lotta antiparassitaria dell'agrume e quindi le piante invase da attacchi di microlepidotteri hanno perso il prodotto in maturazione. Da ciò, – ha aggiunto il consigliere comunale di Orsomarso,- si evince che il produttore di quei cedri che ha mostrato in foto il Presidente Adduci,  probabilmente non ha seguito, o non ha voluto seguire, il procedimento chimico ed ecologico anti-parassitario prescritto dalla tradizione e dalla norma per il trattamento delle piante della Citrus- medica, anche perché le condizione meteorologiche dell'anno trascorso sono state ottime e non ci sono lamentele da parte dei  trasformatori e dei produttori del luogo>>. << Insomma, – ha aggiunto il consigliere Pappaterra, se crisi c'è, non è certo una crisi di produzione perché il prodotto abbonda e dalle voci che ho raccolto in giro, pare che lo stesso Consorzio del Cedro abbia acquistato, nel corso di questi ultimi 3 anni circa 2500 quintali di cedro che sono stati trasformati in prodotto salamoiato e molto probabilmente lo stesso trasformato è fermo in deposito perché invenduto e quindi, a sua volta, di  può dedurre che la crisi è economica, dovuta a motivi non legati essenzialmente alla mancanza di materia prima>>. << Per questo motivo, – ha aggiunto Pappaterra,- ho inviato una lettera aperta all'assessore all'agricoltura della Regione Calabria,- chiedendo di applicare l'art.11 della legge regionale n. 23 del 2004  e quindi di vigilare e ispezionare l'attività del Consorzio del Cedro, nell'intenzione così di aprire un confronto serrato sul tema Cedro e sul perché in questi ultimi 5  anni di gestione del Consorzio del presidente Adduci questo prodotto non è riuscito ad essere valorizzato come merita.”>><< Sulla questione voglio  anche ricordare agli interessati  che la maggior parte dei prodotti agricoli calabresi hanno ottenuto la denominazione comunitaria D.O.P., certificando la qualità sul prodotto, e solo il Cedro, che il Consorzio dovrebbe valorizzare, non ha mai avviato questa procedura. Inoltre,- ha concluso Pappaterra, –  in conseguenza a queste innumerevoli mancanze, paradossalmente, siamo l'unico territorio che non riesce a reperire e a vendere all'indotto turistico il prodotto “Cedro”,  ne a promuoverlo, perché oltre alla rilevanza del costo della materia prima, non si tutelano le piccole imprese  artigianali di produzione e trasformazione che con molti sacrifici portano avanti il prodotto e il nome di una Riviera che di Cedro, dal punto di vista commerciale, ha poco e niente”>>