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Scalea :: Con lo stipendio della Grosso Ciponte, si potrebbero bonificare diversi canali.

SCALEA :: 09/12/2009 :: Dobbiamo smetterla di prenderci in giro! Le dichiarazioni del direttore del Consorzio di Bonifica Valle Lao non rispecchiano la realtà. L'orizzonte dell'ente non è roseo come vuole farci credere l'amministrazione Paravati e questa situazione è stata più volte messa in luce dagli interventi degli associati, nonché da rappresentanti istituzionali  e Sindaci dei comuni dell'Alto Tirreno Cosentino che guardano effettivamente al servizio pubblico, che la stessa struttura para- regionale non svolge nel territorio. 

Detta in parole povere, il Consorzio Valle Lao in questi anni ha prodotto solo cause di lavoro per mancanze di riconoscimento di diritti lavorativi, debiti e favoritismi che vanno a ripercuotersi in cifre milionarie sulle tasche dei contribuenti, ma la cosa grave è che ancora si continua a illudere il territorio, rimandando di anno in anno interventi e messe in sicurezza di sistemi irrigui e canalizzazioni, come la mancanza  denunciata più di un mese fa da un consorziato di Scalea, relativa, persino, alla mancanza della manutenzione ordinaria del canale di località Costapisola. Alla fine, dice il detto, chi paga sono sempre i fessi, cioè quei cittadini che continuamente lamentano disservizi. Del Resto, è stato riconosciuto anche da diverse forze politiche regionali di maggioranza e minoranza, con la questione  amministrativa del Consorzio valle Lao siamo di fronte ad uno scenario paradossale: da una parte, pare, vengono preferite consulenze “eccellenti”come quella legata all'assunzione dell'ex assessore Rachele Grosso Ciponte, dall'altra, sembra, non vengano pagati i diritti lavorativi di decine di impiegati della forestazione, acquaioli precarizzati e dipendenti, perché, molto probabilmente, mancano i fondi.  Il direttore del valle Lao sarebbe stato più efficace  se avesse riferito al presidente della commissione Vigilanza Consorzi, l'on. Morelli,  che con i soldi spesi per pagare lo stipendio al consulente Rachele Grosso Ciponte avrebbe potuto, almeno, pulire e bonificare qualche canale a rischio esondazione. Ma in Calabria siamo alle solite, soprattutto quando si incentiva, da parte di una certa politica, l'indifferenza e l'insofferenza verso questioni che in altre parti d'Italia non esistono. Oggi dobbiamo avere il coraggio di rendere pubblico ciò che è legato, in modo o nell'altro, alla funzione pubblica, altrimenti la crisi economica stessa prende corpo in azioni continue di disuguaglianza. Noi crediamo che non è giusto dare più pane, a chi ha già il pane in bocca. L'ex assessore Rachele Grosso Ciponte, per esempio, è anche direttore del Consorzio Del Cedro, un organismo associativo di diritto regionale,  costituito per sostenere le imprese agricole che producono il Cedro. Questa ente sub- regionale   dal 2006, pare che paghi uno stipendio di 2000 euro al mese all'ex assessore provinciale e sembra che la stessa direttrice non abbia mai partecipato a sedute di consiglio di amministrazione. Cosa che la direbbe lunga anche sulla gestione  del Consorzio del Cedro e sulla funzionalità operativa della sede situata a Santa Maria d
el Cedro, che sembra chiusa da almeno una decina di mesi: dove, pare, si registri un grave ritardo nei pagamenti degli agricoltori che hanno richiesto aiuto alla Regione per sostenere progetti di filiera e danni del prodotto relative alle gelate 2004 e 2005.

Il Presidente dell'associazione La Scossa

Antonio Pappaterra