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Scalea (Cs) :: La lotta della c.da Impresa emblema di battaglia democratica.

SCALEA :: 17/05/2008 :: La lotta della c.da Impresa è una vicenda che non finisce dietro il dimenticatoio e segna, dal punto di vista della prospettiva politica-sociale, non solo i caratteri di una realtà minata alla base da un comportamento non trasparente nei confronti della cittadina, ma l’inizio di un decadimento annunciato: quello della classe dirigenziale del comune di Scalea.

L’atteggiamento del Sindaco di Scalea, per carità, è stato esemplare, sia nel risveglio ritardato relativo alla questione dell’inquinamento elettromagnetico che avvolge la cittadina dal centro fino alle periferie, sia nel comprendere che quel manipolo di residenti della contrada Impresa facevano sul serio. Non è un caso, però, che il buon senso  politico di Mario Russo si sia espresso a favore della lotta dei cittadini della contrada e di quelli che lottano contro gli impianti di telefonia mobile sparsi selvaggiamente nel paese. Il sindaco di Scalea conosce la logica del consenso e si muove esclusivamente per preservare il ruolo politico che rappresenta e a cui ambisce, come quasi tutti gli uomini politici provenienti dall’area centrista. A nulla, però, è valso l’intervento d’appoggio delle richieste del comitato su un “errore di principio” fatto dai suoi stessi uffici comunali. Il comitato che ha presidiato  per due mesi, storicamente, la pianura del Pantano di fatto, da qualcuno previsto, esce ferito dai postumi di una battaglia che si trascinerà ininterrotta nelle aule dei tribunali amministrativi. Alcuni asseriscono persino che i tribunali che si interesseranno del caso Antenna HG3 contrada Impresa-Liceo, saranno ben altri, ma queste sono voci che per ora scaldano il sottofondo rabbioso di un terreno che non ha favorito l’espressione democratica popolare, ma solo i poteri forti che legalmente hanno agito per gli interessi di una definizione chiamata utilità pubblica e che rappresenta nient’altro che l’interesse degli speculatori e dei privati. Gli analisti dello sport sarebbero più efficaci nel definire una vittoria non facile per la Pianet s.r.l., titolare del palo che si innalza nel cielo limpido del Pantano, e per i responsabili degli uffici tecnici comunali che hanno indicato alla stessa ditta costruttrice di giocare quella mirabile partita “nel giardino di casa”. Il comitato ferito, rappresentato dalla “pasionaria”Luisa di Cristo, l’artefice dell’Impresa, è riscaldato dallo schiaffo che da ieri, nella calura di maggio, ombreggia a mo di stele romana i terreni agricoli della località e questa situazione, anziché dividere gli animi atterriti, li ha coesi contro il simbolo di un imposizione.  Nessuno, però, ci ha ascoltati quando dicevamo che la battaglia della c.da Impresa è diversa, perché a differenza di quello che piace sentire a molte orecchie, cioè che dietro vi sia il braccio organizzato di ambientalisti come Palmiro Manco, invece, prima di ogni cosa, c’è una volontà popolare definita e chiara che di ce no all’antenna se questa è costruita vicino a quello che rappresenta il lavoro, il sacrificio, il passato, il presente e il futuro di numerosi famiglie: la terra. Poi, quasi sullo stesso piano, viene la questione della salute e del benessere: ditemi chi, consapevolmente, andrebbe a vivere vicino ad un “mostro di 40 mt che emana onde elettromagnetiche.  La fragolina sulla torta fa il resto: un ditta viene a Scalea per l’UMTS, indica diversi punti di istallazione agli uffici comunali, specificando nella richiesta anche siti di istallazione su terreni pubblici, e  come risposta le antenne “per puro caso” vengono innalzate in terreni che appartengono a parenti di dirigenti comunali e assessori.  Oggi la perdita della battaglia della c.da Impresa rappresenta anche il baratro di una politica che fin ora non ha dato risposte adeguate  alle esigenze della città e che non ha previsto le cose per il bene pubblico in un ottica che va sparata verso il 2010, l’anno del rinnovo del consiglio comunale, a velocità sostenuta. L’esempio di Luisa di Cristo ha risvegliato profondamente anche le coscienze spente di gran parte di cittadini, alcuni hanno persino ritrovato la voce di gridare basta, ma persino su questo sarà il tempo a determinare giudizi e la Storia, ormai scritta, ad essere l’emblema di una cittadina che non ha mai smesso di sognare  un avvenire migliore. La c.da Impresa, in ogni caso, ha  tracciato fino in fondo questo segnale di cambiamento che è destinato a influenzare scelte e determinare percorsi politici futuri lontani dalla logica del “lasser faire e lasser passer” legata ad un certo modo di amministrare  il comune di Scalea. 

Antonio Pappaterra