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Scalea (Cs) :: Sequestro di antenne per telefonia mobile sull’Hotel S. Caterina.

SCALEA :: 24/10/2008 :: Disposto dalla Procura di Paola su istanza dell’Avv. Lucio Conte ed in base alle risultanze dello studio scientifico del Prof. Luigi Maxmilian Caligiuri nell’interesse di numerosi residenti  di Corso Mediterraneo e del Comitato Antenna Liceo – Comitato contro le Antenne Piano Lettieri – Associazione Forum Ambientalista Movimento Rosso Verde – e Federazione dei Verdi del Tirreno Cosentino.  

Il problema del cosiddetto “elettrosmog” e dei possibili effetti sulla salute conseguenti all’assorbimento dell’energia elettromagnetica emessa da impianti radioelettrici, con particolare riferimento a quelli per telefonia mobile, è oramai costantemente all’ordine del giorno sia per il continuo moltiplicarsi del numero e della tipologia di sorgenti di tali radiazioni sia per il fatto che, già da diversi anni a questa parte, sono emerse chiare evidenze scientifiche indicanti correlazioni tra l’insorgenza di patologie anche gravi quali quelle tumorali ad esempio, a breve e lungo termine, e l’esposizione a tali agenti fisici. Il comune di Scalea è stato recentemente teatro di vigorose proteste da parte di gruppi di cittadini ed associazioni ambientaliste , contro l’installazione di antenne per telefonia mobile in diverse aree del territorio ma ultimamente è l’area a ridosso  di C.so Mediterraneo a far parlare di se. Risalgono all’ormai lontano 1996  le prime installazioni per telefonia mobile in tale area e precisamente sul tetto dell’Hotel S. Caterina. Già in quegli anni cominciavano ad emergere evidenze scientifiche  circa la potenziale nocività dell’assorbimento di radiazione non ionizzante a radiofrequenza, tanto da spingere, nel dicembre 1996, l’On. Sandro Bergamo a presentare un’interrogazione parlamentare circa la predetta installazione. La risposta del Settore Fisico Ambientale dell’Azienda Sanitaria di Cosenza (oggi ARPACal), fu che non si escludeva “preventivamente qualsiasi rischio per la salute connesso alla presenza di campi elettromagnetici”, procedendo poi,  di concerto con l’allora Omnitel a delle “misurazioni” il cui esito non è mai stato reso noto. Da quel momento in poi si è assistito ad un incremento costante del numero di impianti per telefonia mobile sulla struttura alberghiera in diverse tecnologie ed afferenti a diversi gestori. Risalgono a solo qualche settimana fa, infine, nuove modifiche all’assetto degli impianti per telefonia presenti nella zona che, lo ricordiamo, costituisce una delle zone a maggiore densità abitativa del Comune e comprende inoltre diversi edifici scolastici. Se a tutto ciò si aggiunge la constatazione del numero elevato di patologie tumorali e leucemie riscontrate nella zona “incriminata” e di numerose altre disfunzioni, direttamente o indirettamente correlabili, secondo i più recenti studi scientifici, alla presenza di radiazione a radiofrequenza e microonde, nonché alla presenza di portatori di protesi elettromedicali suscettibili di subire interferenze da parte di tali tipo di radiazioni. Stante la già grave situazione in essere, ai cittadini della zona la presenza di altre nuove installazioni non è andata proprio giù, da qui l’incarico  da parte di numerosi residenti e associazioni ambientaliste all’Avv. Lucio Conte, noto penalista ed esperto di legislazione penale ambientale,  di avviare un’azione legale di tutela presso la Procura di Paola ed al Prof. Luigi Maxmilian Caligiuri, fisico, dell’Università della Calabria, luminare in materia di protezione dalle radiazioni elettromagnetiche, di redigere la relativa consulenza tecnico – scientifica a supporto. Il primo risultato dell’azione promossa non tarda ad arrivare e, sulla base delle argomentazioni presentate,  il Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura di Paola, dr.ssa Antonella Lauri emette il decreto di sequestro delle installazioni per telefonia mobile ubicate sulla struttura alberghiera. Secondo il pubblico ministero, sulla base degli elementi addotti dalla perizia del Prof. Caligiuri, esistono fondate motivazioni scientifiche e procedurali tali da giustificare la sottoposizione a sequestro degli impianti di telefonia mobile in questione.  Precisa il Prof. Caligiuri: “è stato evidenziato che, in uno scenario come quello in questione, la valutazione dell’impatto ambientale e sanitario delle emissioni elettromagnetiche non si può limitare ad una mera attestazione di conformità ai limiti imposti dalla normativa vigente in quanto questi non costituiscono, come evidenziato dalle più recenti ricerche scientifiche in campo internazionale, valori di certa innocuità per la salute. Prova elementare né è, ad esempio, la constatazione che, con riferimento ad esposizioni di carattere residenziale, il limite massimo di intensità di campo elettrico ad alta frequenza assunto in Svizzera è fissato in un valore di 3 V/m, ossia esattamente la metà di quello assunto oggi in Italia, a meno di non ammettere che i fenomeni biofisici cambiano natura e caratteristiche al di qua delle Alpi ! La questione, si badi bene, non è quella di essere radicalmente contro o a favore di tecnologie obiettivamente irrinunciabili, ma di fare in modo, attraverso l’adozione di corrette procedure di valutazione preventiva, di controllo e di localizzazione, la costante applicazione di un elementare principio di precauzione che consenta uno lo sviluppo tecnologico caratterizzato da impatti ambientali e sanitari il più bassi possibile, approccio oltre che ragionevole, moralmente doveroso da parte di amministrazioni ed enti a vario titolo coinvolti nei processi di autorizzazione e di controllo.” . Tutti i cittadini di Scalea si auspicano ora, che questo possa rappresentare solo il primo passo verso l’attuazione di un politica organica di tutela dell’ambiente e della salute dall’esposizione ai campi elettromagnetici che possa garantire veramente ai cittadini il proprio inalienabile diritto alla salute.