SCALEA :: 25/07/2025 :: La vicenda della presunta incandidabilità e ineleggibilità del sindaco di Scalea, Mario Russo, sollevata dal suo predecessore Giacomo Perrotta, approderà in tribunale il prossimo 17 settembre, data fissata per la comparizione delle parti. Nei giorni scorsi, la giunta comunale, presieduta da Russo ma senza la sua partecipazione ai lavori in quanto parte interessata, ha deliberato la costituzione in giudizio, la nomina del legale Oreste Morcavallo e l’autorizzazione al sindaco affinché conferisca al professionista la procura necessaria a rappresentare il Comune dinanzi al Tribunale di Paola. Nella delibera del 18 luglio viene ricordato che Perrotta, candidato sindaco alle elezioni comunali del 25 e 26 maggio scorsi, ha presentato ricorso contro il verbale di proclamazione del sindaco eletto, Mario Russo, nonché contro tutti gli atti presupposti, conseguenti e connessi, inclusi quelli endo-procedimentali relativi alle elezioni e la prima delibera del nuovo consiglio comunale. Con il ricorso, l’ex primo cittadino chiede di accertare e dichiarare l’incandidabilità e ineleggibilità di Russo, la sua immediata decadenza dalla carica e una correzione parziale del risultato elettorale. Alla base della contestazione vi è una condanna definitiva nei confronti di Russo, emessa nel 2015 dal Tribunale di Paola e confermata in Appello e Cassazione, per i reati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio, con una pena di diciotto mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici. Perrotta, avvocato, richiama la “Legge Severino”, che prevede l’incandidabilità per chi ha riportato condanne definitive superiori a sei mesi per delitti commessi con abuso di poteri o violazione dei doveri connessi a una funzione pubblica. Tuttavia, Russo ha potuto ricandidarsi in virtù della Riforma Nordio, che ha abrogato retroattivamente il reato di abuso d’ufficio e le relative pene accessorie. Secondo Perrotta, però, ciò non basta: mancherebbero la preventiva autorizzazione del tribunale e la nuova determinazione della pena. La giunta comunale ritiene invece il ricorso infondato e ha deciso di agire legalmente per difendere i diritti e gli interessi dell’ente in sede giudiziaria.
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