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Scalea :: Il Movimento Politico LiberiAMO L’Italia tocca il tema della sanità calabrese.

SCALEA :: 22/07/2011 :: La vicenda della riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese, secondo le indiscrezioni, sembra essere giunta all’epilogo. In questi giorni, sulla scorta delle linee guida approvate con il Decreto del Commissario ad Acta della sanità, n. 54 del 5 luglio 2011, emanato sulla scorta del Decreto Commissariale n. 18 del 22 ottobre 2010, le Aziende Sanitarie Provinciali sono chiamate a predisporre, entro 30 giorni dall’emanzione delle linee guida, i rispettivi Atti Aziendali.

Il destino degli ospedali di Cariati, Praia a Mare, Rogliano e Trebisacce, contro ogni logica di politica sanitaria, sarà cancellato dalla rete ospedaliera per acuti e trasformati in C.A.P.T. (Centro di Assistenza Primaria Territoriale), termine partorito dalla mente fertile ed illuminata del Commissario ad Acta, in spregio ad ogni logica politico – assistenziale e di produttività. Risulta chiaro a tutti, ormai, che la decisione assunta dal Governatore della Calabria risponde a logiche spartitorie di natura partitica e/o di rapporti interpersonali, che nulla hanno a che vedere con gli interessi di collettività che verranno depauperate di presidi di emergenza/urgenza che, per il soddisfacimento dei propri bisogni sanitari, spesso dovranno emigrare in regioni viciniori, attesa anche la nota crisi finanziaria delle strutture di ricovero private ed accreditate e risultando del tutto inadeguato, dal punto di vista logistico – organizzativo, gli istituendi Spoke, tenuto conto, nel contesto, dei tempi di percorrenza i quali, in periodi come quello estivo, diventano assolutamente proibitivi. Le ripetute affermazioni del neo Commissario Straordinario della ASP di Cosenza circa la rilevanza strategica di alcuni ospedali, vengono clamorosamente contraddette e smentite dalla sistematica politica di spoliazione portata avanti, su preciso mandato politico, dallo stesso Governatore, il quale ha assunto, viepiù, il ruolo di Commissario Liquidatore della sanità calabrese. Porto ad esempio il provvedimento, inopportuno ed inconsulto, della chiusura del Centro di Salute Mentale di Scalea, con il trasferimento dello stesso Direttore del CSM all’U.O.C. di Psichiatria di Cetraro. Ci spiega il Commissario Scarpelli dove andranno a farsi curare i numerosi disabili mentali dell’Alto Tirreno Cosentino? È questa la soluzione ottimale per psicotici cronici, deboli mentali ed altri soggetti affetti da gravi patologie psichiatriche? Un colpo di spugna della legge Basaglia? La predisposizione dell’Atto aziendale dell’ASP di Cosenza dovrebbe prevedere il coinvolgimento dei Sindaci, quali tutori della sanità territoriale, in ossequio al Dlgs n. 502/92 e successive modificazioni ed integrazioni, nonché delle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative, ma i ritmi forsennati imposti dal Governatore, tesi ad incassare dal Governo gli ottocento milioni di euro di premialità, nonostante il disequilibrio, evidenziato dall’ADVISOR KPMG, del debito delle ASP provinciali ed ospedaliere, per come emerso dal tavolo Massicci nell’incontro di martedì 19 luglio 2011, hanno spinto i Commissari ed i Direttori generali a bypassare il confronto istituzionale con Sindaci ed Organizzazioni Sindacali. Il resoconto di stampa redatto dalla Presidenza della Giunta Regionale, all’esito dell’incontro di verifica tenutosi presso il tavolo Massicci il 19 luglio 2011, afferma, tra l’altro in maniera inopinata, che, ferma restando la competenza del Commissario ad Acta nell’emanazione dei provvedimenti attuativi del Piano di Rientro, lo stesso Commissario è autorizzato a rimuovere tutti gli ostacoli, anche legislativi, all’esercizio dei poteri commissariali. Falso! L’art. 17. Co. 4, del D.L. 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, nella Legge 15 luglio 2011, n. 111, il quale, intervenendo a modificazione dell’art. 2, co. 80, della Legge 23 dicembre 2009, n. 191, afferma che, qualora, in corso di attuazione del piano di rientro, ai sensi dell’art. 2, co. 88, della precitata norma, il Commissario ad Acta rinvenga ostacoli derivanti da provvedimenti legislativi regionali, li trasmette al Consiglio Regionale, indicandone puntualmente i motivi di contrasto con il Piano di Rientro. Il Consiglio Regionale, a sua volta, ENTRO I SUCCESSIVI SESSANTA GIORNI, apporta le necessarie modifiche alle Leggi Regionali in contrasto, o le sospende o le abroga. Qualora il Consiglio Regionale non provveda nel merito ENTRO I SESSANTA GIORNI PREVISTI, ovvero vi provveda in maniera parziale o comunque tale da non rimuovere gli ostacoli all’attuazione del Piano, il Consiglio dei Ministri adotta, ai sensi dell’art. 120 della Costituzione, le necessarie misure, anche normative, per il superamento dei predetti ostacoli. Il sopra menzionato provvedimento viene a limitare, nella fattispecie, lo strapotere del Commissario ad Acta, risultando, oltretutto, lo stesso Presidente incompatibile con la funzione commissariale, ai sensi dell’art. 22 D.L.  1 luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, nella Legge 3 agosto 2009, n. 102, e dell’art. 4 del D.L. n. 159/2007, convertito, con modificazioni, nella Legge n. 222/2007. In conseguenza tale decretazione commissariale, in uno Stato di Diritto, dovrebbe risultare nulla!!!!! In tale frangente deve rilevarsi forte e determinante il ruolo dei Sindaci di tutta la provincia di Cosenza, trovando un momento di grande solidarietà, su un problema che non ha né può avere colore politico, verso le popolazioni amministrate che si vedrebbero depauperate del bene più prezioso: la salute! Dunque avanti con l’attivazione di una grande sinergia operativa, insieme alle organizzazioni sindacali, alle forze sociali ed ai comitati civici, per dire NO, in modo unanime, ad un danno sicuramente irreparabile. Il sonno della ragione ha già provocato troppi mostri!

LiberiAMO l’Italia
Il Promotore Nazionale
Giuseppe Lanuara