Scalea :: Il vicesindaco Maurizio Ciancio lascia il Partito Democratico.

SCALEA :: 20/06/2012 :: Il vicesindaco Maurizio Ciancio, nei giorni scorsi aveva evidenziato uno stato di malessere all’interno del Pd non condividendo le scelte a livello nazionale e regionale. Ora con una nota conferma la sua posizione critica ritenendo conclusa l’esperienza all’interno del partito. «Amministrare – scrive Maurizio Ciancio – risponde certamente ad una visione politica, nel senso di appartenenza ad uno piuttosto che all’altro partito, ma concretamente l’impegno nelle realtà amministrative locali risponde solo ed unicamente alla propria sensibilità ed al proprio buon senso, elementi che possono essere comuni anche tra soggetti “partiticamente” schierati in maniera diversa o addirittura su fronti opposti.

Diciamo, per sintetizzare, che più della militanza senza se e senza ma, conta un impegno civico che non ha confini di schieramento o di partito. Ovviamente ciascuno ha valutazioni precise e dalle quali derivano scelte politiche di più ampio respiro, scelte che determinano consequenzialmente la propria appartenenza ad un partito. Da questo punto di vista – aggiunge Maurizio Ciancio – valuto la mia personale esperienza in seno al Partito Democratico giunta alla conclusione, motivano tale decisione una serie di ragioni che riguardano tanto il livello nazionale quanto, soprattutto, l’ambito regionale.

Il Pd mi appare come perennemente in crisi di identità e ostinatamente incapace di darsi una leadership chiara ed una prospettiva certa; i recenti avvenimenti, e mi riferisco al rinvio sine die del congresso regionale, certificano, tanto per citare lo stesso Commissario D’Attorre, quanto le divisioni del passato mantengano il partito in una condizione di ingovernabilità ed ipotechino seriamente la stessa possibilità di definire una proposta politica chiara e condivisa. A livello regionale i militanti ed i dirigenti territoriali appaiono, nello scacchiere delle personalità di primo piano, come truppe da muovere e schierare in virtù di un estenuante tatticismo che alla lunga ha azzerato la possibilità di avere una strategia complessiva ed utile alla Calabria ed ai calabresi.

Ed in qualche modo le stesse considerazioni, valide per la nostra regione, possono essere pari pari riprese per il livello nazionale; la non compiuta integrazione tra le diverse sensibilità politiche che hanno dato vita al Pd costringe il partito in una perenne condizione di indefinitezza, tra proposte
politiche alternative, tra soluzioni di parte, tra costanti tentativi di assalto alla leadership nazionale che, di volta in volta, o è da correggere, o è da sostenere, o è da rottamare.

Non si comprende bene nemmeno se la proposta di alleanza politica sia aderente all’ormai nota foto di Vasto oppure se si intenda procedere con convinzione verso il recupero e l’accordo con quell’area moderata che oggi si pone in posizione terza rispetto ai due grandi partiti nazionali. Sono sostanzialmente queste le ragioni perle quali ritengo di dover proseguire il mio impegno di lealtà e di operosità all’interno dell’amministrazione comunale di Scalea, ed allo stesso tempo ritenere conclusa la mia esperienza all’interno del Partito democratico».