Scalea :: Iniziative per evitare il trasferimento dell’ufficio del Giudice di Pace.

SCALEA :: 13/01/2012 :: «E’ veramente strano scoprire che un ufficio pensato per avvicinare la Giustizia al cittadino, sia diventata una delle tante strutture lontane dagli abitanti di questo lembo di terra». Il sindaco Pasquale Basile commenta amaramente quanto sta avvenendo per le sedi del Giudice di Pace. «Ancora una volta – ha aggiunto Basile – un presidio importante del territorio viene soppresso a vantaggio di altre aree.

Ci sarebbe da ripetere continuamente affermazioni che i nostri cittadini conoscono bene perché ripetute con costante assiduità in occasione del depauperamento della Sanità dell’alto Tirreno cosentino, risentite per le continue minacce di chiusura degli uffici della sede distaccata di Scalea del Tribunale di Paola ed ora ricorrenti in riferimento allo spostamento di circa cinquanta chilometri a sud, a Paola.

Tale decisione pone problemi di funzionalità dei servizi, non garantisce il servizio al cittadino, non dà la possibilità di avvicinare un Ufficio come il Giudice di Pace a chi deve risolvere problemi di Giustizia. Inutile, quindi, ricordare che raggiungere Paola sull’unica strada di collegamento diventerà una impresa a tutti gli effetti. É bene sottolineare che cause di pochi euro potrebbero avere un costo elevato legato proprio agli spostamenti. Ma evidentemente tutto questo non interessa a chi ragiona con la sola logica dei numeri. Saremo nuovamente vittime dei tagli indiscriminati che penalizzano questo territorio di “confine”».

L’assessore Raffaele D’Anna, ha posto in evidenza l’impegno dell’ente: «Il Comune di Scalea, è impegnato per cercare gli strumenti che possano far cambiare idea su tale spostamento degli uffici del Giudice di Pace. Con ulteriori elementi in mano, probabilmente, il ministero della Giustizia potrebbe cambiare idea sul taglio indiscriminato. Non ci sembra corretto – ha aggiunto l’assessore Raffaele D’Anna – che la Giustizia venga appaltata agli enti locali. L’amministrazione comunale di Scalea, insieme a quelle dei paesi del circondario, si attiverà per porre in essere qualsiasi strumento possibile per evitare tale “ingiustizia”.

Se il Governo non dovesse recedere dalle scelte fatte, penalizzanti per la popolazione e per gli operatori di Giustizia, ci attiveremo per garantire comunque il funzionamento dell’Ufficio con le possibilità fornite dal Decreto legislativo n.148. Tale conseguenza potrebbe essere evitata con la costituzione di un consorzio dei comuni direttamente interessati, che potrebbero sostenere tutte le spese di erogazione e finanziamento del servizio della giustizia come prevede il Decreto.

C’è grande mobilitazione – ha detto in conclusione D’Anna – per un provvedimento che viene ritenuto ingiusto per vari motivi: penalizza la popolazione chiedendo ai cittadini di spostarsi di cinquanta chilometri, pone in difficoltà i cittadini delle aree montane che vengono ulteriormente penalizzati e crea disparità con chi abita nella zona del medio e basso Tirreno in cui è più semplice poter raggiungere gli uffici di Paola». Il consigliere Tiziana De Bonis ha sottolineato, fra le altre cose, il problema della spesa che subirà un sicuro aumento. «La giustizia è un diritto ed un servizio fornito dallo Stato e non può e non deve diventare un ulteriore onere per il cittadino.

La nuova norma caricherebbe ulteriormente di nuove spese gli enti locali al fine di garantire un servizio alla collettività e ciò contrasta certamente con le stringenti norme relative ai bilanci comunali. Inoltre le parti processuali ed i testimoni – ha dichiarato Tiziana De Bonis – dovranno sostenere ulteriori spese e disagi per raggiungere la sede di Paola. Il carico di lavoro dell’Ufficio del Giudice di pace di Scalea – ha detto infine Tiziana De Bonis – così come è stato sottolineato più volte, è elevato e lo spostamento delle pratiche in altra sede provocherebbe un sicuro rallentamento dei tempi della giustizia».