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Scalea :: Lettettra aperta di Antonio Pappaterra: la questione rifiuti è un problema coomprensoriale e riguarda tutti i comune del tirreno.

La cittadina ha pagato più di tutti conseguenze legate a scelte politiche inesistenti sul territorio e nell’entroterra stiamo peggio.

SCALEA :: 22/08/2011 :: Lo avevamo già previsto 4 anni fa, quando insieme al comitato contro la discarica di Scalea, con coraggio, affrontavamo il problema rifiuti con l’allora sindaco Mario Russo, il quale era convinto di aver risolto il problema immondizia nel comprensorio con la terza buca di c.da dell’Acqua.

Ricordo ancora le urla del vecchio Sindaco di Scalea e di qualche esponente della sua amministrazione, quando affermavano di aver risolto il problema immondizia per la stessa comunità scaleota e per i comuni di Verbicaro, Orsomarso, Santa Domenica Talao e San Nicola Arcella, per 10 anni. La terza buca si riempì in meno di 1 anno e mezzo, la diossina e la puzza proveniente dalla discarica invase la città per tutta l’estate del 2009. Senza non scontare che i comuni menzionati scaricano nella discarica di Pianopoli da oltre 2 anni, che ora è satura e quindi il costo dello smaltimento è aumentato del 200 %.
Oggi sembra quasi dimenticarsene, ma quello che succede per le vie di Scalea e per le strade di quasi di tutti i comuni del comprensorio tirrenico viene dal passato ed è semplicemente il prodotto di 4 fattori principali di decrescita: il 1° è legato ad una mancanza di programmazione politica territoriale ereditata e dovuta ad anni di menefreghismo dei nostri amministratori pubblici e dell’assenza di dialogo fra amministrazioni locali con “l’Inutile”, a mio avviso, Commissario per L’Emergenza dei Rifiuti in Calabria, da qui l’assenza di isole ecologiche ed impianti di smaltimento nella zona; il 2° fattore alla gestione dei rifiuti nel territorio e quindi alla mancanza di una raccolta differenziata organizzata e capillare capace di abbracciare l’esigenza di tutti i cittadini utenti; il 3° fattore alle responsabilità dei Sindaci, di assessori e delle società di gestione che in questi anni hanno sfruttato gli investimenti pubblici ed operato nella zona senza seguire gli standard dettati dalla comunità Europea sul settore , trascurando così il servizio di raccolta rifiuti e tutto il comparto, compreso i lavoratori.  Il 4° fattore, invece, si allaccia alla mancanza della raccolta differenziata e quindi alla non adozione dei provvedimenti legislativi da parte dei comuni legati alla tassazione dei rifiuti, in pratica al passaggio da tassa a tariffa del rifiuto per utente. Con l’abolizione della TARSU e l’adozione della Tia, Tariffa sui rifiuti, ad esempio, si andrebbe ad incentivare il riutilizzo e il riciclaggio della plastica, del vetro, dell’umido, della carta, del legno, andando così a risparmiare sul ciclo dei rifiuti e sul costo dello smaltimento che grava sulle tasche dei cittadini. Ancora oggi non capisco perché una famiglia che abita in un appartamento di 120 mq, ad esempio, è costretta a pagare i rifiuti in metri quadrati abitati e non a rifiuti prodotti. Ci sono delle incongruenze chiare e si evidenziano soprattutto nei casi in cui famiglie virtuose, che magari riciclano,recuperano umido e che producono pochi chili di spazzatura, pagano lo smaltimento di 1000  kg di immondizia mai prodotta.
Del resto, all’orizzonte, ormai, di un estate passata in mezzo a cumuli di immondizia, diviene facile addossare responsabilità solo a chi si è ritrovato con la patata bollente in mano. Bisogna dirlo chiaramente: la questione Rifiuti è soprattutto un problema politico che la politica doveva porsi da tempo come sfida del futuro. Non possiamo negare che il nodo irrisolto viene dal passato. Scalea certamente non è la Comunità Montana, ma le piccole comunità collinari che gravitano attorno all’indotto turistico  principale rappresentato dalle spiagge della cittadina tirrenica, come Orsomarso, Verbicaro e Papasidero, non possono non ritenersi vittime dell’immondizia che sporca l’immagine della nostra bellissima terra.
A danni conseguenziali, entrando così nel  merito della polemica che in questi giorni colpisce il comprensorio tirrenico, voglio comunque ribadire la mia piena solidarietà alla comunità di Scalea ed al Sindaco, Pasquale Basile che la rappresenta. Ritengo che, dopo il nulla fatto in questi anni, sia molto difficile ripartire, ma occorre cercare una soluzione efficace per rilanciare le sorti di un servizio che è stato sempre fatto male nella nostra zona. Da parte nostra, come territorio da tutelare e come Comunità Montana Alto Tirreno Cosentino – Appennino Paolano, siamo fortemente interessati a condividere processi di rilancio del servizio di smaltimento dei rifiuti e gestione del servizio nel comprensorio, allo scopo di avviare nel migliore dei modi possibili, sia le isole ecologiche previste dalla Comunità Montana nei comuni di appartenenza dell’ente, sia per la realizzazione associata di nuovi impianti di smaltimento, anche tecnologicamente avanzati
La maggior parte dei rappresentanti politici locali, fra l’altro diversi che fino a 2 anni fa stavano dall’altra parte della barricata, dopo tutto ciò che non è mai stato fatto per realizzare un servizio efficiente nel comprensorio, attualmente, anziché porsi interrogativi che andavano concretizzati  da almeno un decennio, dovrebbero tentare di non perdere tempo, svestirsi di quella titolarità che può appartenere solo a chi, fino ad ieri, ha lottato per affermare una ragione ormai divenuta triste realtà fatta di  spazzatura e tentare una strada che possa farci uscire dall’emergenza. In pratica ci vogliono proposte e su quelle, la nostra comunità non può che sedersi attorno un tavolo, dove il comune di Scalea ha il dovere morale di guidare le file per la realizzazione concertata di un sistema di raccolta, smaltimento e trasformazione del rifiuto in risorsa economica per il territorio.

Antonio Pappaterra
Consigliere Comunitario
Comunità Montana Alto Tirreno – Appennino Paolano