fbpx

Spezzano Albanese :: Atà ka Spixana tornano al Festival con un pezzo funky.

Il trio canta le differenze delle evoluzioni del tempo in un testo di denuncia sociale

SPEZZANO ALBANESE :: 13/08/2011 :: Anche quest’anno il creativo trio di Atà Ka Spixana (Quelli di Spezzano Albanese) torna a partecipare al Festival della Canzone Arbëreshe di San Demetrio Corone. Per la trentesima edizione della kermesse canora, che raccoglie artisti provenienti non solo da comunità albanofone della provincia di Cosenza ma anche autori e interpreti di oltre confine, i tre “dissacratori”, Emanuele Armentano (autore della musica), Vincenzo Barbati e Giuseppe De Marco, portano un pezzo, dal titolo “Ecni gjith” (Andate tutti), costruito sulle note di un ritmo funky con un testo di denuncia sociale.
«In occasione dell’edizione 2011 del Festival -scrivono Atà ka Spixana- abbiamo pensato ad una canzone che esce un po’ dagli schemi musicali del nostro repertorio. Infatti il ritmo funky, sapientemente arrangiato da Luigi Sansò, che ne è scaturito rompe la tradizionale sonorità delle musiche arbëreshe e si inserisce in un contesto musicale attuale. Questo perché, come abbiamo già avuto modo di dire, riteniamo che per mantenere vivo l’interesse verso la cultura albanofona bisogna avvicinarsi ai giovani e cercare di parlare quanto più possibile la loro lingua. In tal senso il nostro brano, che annovera gli interventi della splendida voce di Lety (Letizia Aita), scrive una ritmica che ha tutti i requisiti per poter diventare un tormentone estivo. Per quanto riguarda il testo -aggiungono-, abbiamo puntato sul mettere in evidenza come i tempi siano cambiati. Nelle strofe viene fatto un confronto fra un paese immaginario, dove tutto funziona bene ed in maniera armoniosa, ed il nostro presente storico, in cui l’avvento del multimediale ha cambiato per certi aspetti i rapporti personali. In buona sostanza -commentano- è un po’ il percorso generazionale della nostra vita. Prima si rideva e scherzava per le strade e le donne erano compiaciute di “gestire” la vita familiare; i ragazzi giocavano nei rioni e gli anziani erano rispettati. Oggi, invece, si è persa la genuinità delle cose grazie all’utilizzo degli artifici (fuochi senza brace, vino senza uva, automobili che non hanno più le chiavi, fiori che non hanno profumi e cibi che non hanno sapori). Tutto questo, purtroppo, sta provocando situazioni paradossali come, per esempio, la perdita della coscienza di chi siamo. Facebook ed internet hanno causato l’isolamento di alcune persone; i ragazzi che hanno perso il senso del rispetto verso il prossimo. Questi sono solo alcuni degli esempi che vogliamo evidenziare. Per tutto ciò il nostro “grido di protesta” è l’invito ad andare tutti a prendere un “bitter”, per poterlo consumare in compagnia ed allegria».