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Reggio Calabria :: Nota di Carlo Guccione.

REGGIO CALABRIA :: 04/08/2009 :: Ricambio sinceramente gli auguri di buon lavoro a Pino Caminiti. Ho apprezzato la valutazione da lui espressa di evitare di trasformare le primarie del Pd in un referendum su Loiero e la sua Giunta regionale. E’ chiara la radicale correzione e la presa di distanza da quanti, in questi giorni, esponenti della mozione Franceschini, avevano caricato di significati opposti il confronto e l’esito del Congresso.

Ho già avuto modo di dire, nei giorni scorsi, che il Pd calabrese ha il compito di costruire le condizioni ed un clima positivo per vincere le prossime elezioni regionali. A partire dalla costruzione di uno schieramento ampio sulla candidatura che sarà espressa dalle Primarie che saranno regolate dalla Legge Regionale che il Consiglio si appresta ad approvare, primi firmatari il Presidente della Giunta Regionale, Agazio Loiero ed il Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Bova. Condizione fondamentale rispetto all’appuntamento della prossima primavera è creare un clima positivo e al Pd, in tal senso, è richiesta responsabilità, maturità politica ed equilibrio. Vi è, semmai, da utilizzare la fase congressuale per avviare, finalmente, la necessaria opera di radicamento e di presenza diffusa del partito sui territori e nei bisogni reali della società calabrese, recuperando ritardi gravi per offrire a tanti uomini e donne un punto di riferimento che, fino ad oggi, hanno cercato e spesso non hanno trovato. La ragione per la quale ho dato la mia disponibilità a mettermi in campo a tante forze calabresi che me lo hanno chiesto, sta proprio nella necessità di costruire il PD, realizzando il progetto di un nuovo soggetto politico protagonista nella costruzione del futuro della nostra regione, che oggi purtroppo non c’è. Nella impostazione a cui ho aderito e condiviso, uno dei punti cardine è proprio un modello ed una concezione di partito totalmente diversa da quanto è stato teorizzato in questi due anni. D’altronde, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il partito cosiddetto leggero o liquido, che dir si voglia, è frutto di una cultura che non solo ha spoliato i territori, ma ha anche svuotato la vita democratica, lasciando a gruppi e ad oligarchie ristrette romane il potere di decidere per tutto e per tutti: a partire anche dalle rappresentanze elettive di cui la Calabria, già nelle elezioni politiche del 2008, ha conosciuto le negative conseguenze. Il nostro impegno sarà volto a sviluppare un confronto largo e sereno sui contenuti di un progetto per la Calabria: la sua crescita, la sua modernizzazione. Per dare vita ad un partito la cui forza e fonte di legittimazione deve essere il popolo che vuole rappresentare e che, proprio per questo, deve essere il soggetto abilitato a decidere in modo democratico i suoi gruppi dirigenti e le sue rappresentanze elettive ad ogni livello. Un partito che vuole essere parte di un progetto nazionale per un’Italia moderna ed avanzata, ma che deve affermare sempre la difesa delle sue prerogative e della autonomia che, con spirito positivo, deve ribadire con coerenza nelle diverse responsabilità a cui è chiamato. Il campo che noi pensiamo bisogna aprire è largo e, per questo, bisogna fare spazio e sollecitare l’apporto di nuove e più vaste energie, a partire dai tanti giovani e ragazze, la cui domanda di partecipazione bisogna saper raccogliere.