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Scalea :: LiberiAMO L’Italia: la sanità calabrese è una cosa seria.

SCALEA :: 15/07/2011 :: Oggi cerchiamo di parlare di sanità! Anzi, parafrasando il nome del movimento ci sembra giusto dire: salviamo la sanità calabrese. Ma la sanità in Calabria può essere salvata? Resterà solo un forte desiderio o è possibile davvero che accada il miracolo? Certo la nuova finanziaria pone dei vincoli ancor più severi che, come al solito, affliggeranno le persone più deboli a cominciare dai calabresi, visto che la nostra regione è l’ultima, quanto a reddito, di tutta l’Europa.

Martedi prossimo, a quanto sembra, il Tavolo Massicci, presso il ministero dell’economia, dovrebbe approvare il piano di rientro proposto dal Commissario ad acta per la sanità. Ma i requisiti del piano sono validi? Preliminarmente, il Presidente Scopelliti, poteva essere nominato commissario ad acta? Se ci attenessimo alle norme, quindi alla legalità, sembrerebbe che la nomina stessa sia in contrasto, per manifesta incompatibilità, ai sensi e per gli effetti dell’art. 22 del D. L. 1 luglio 2009 n. 78, convertito in legge n. 102/09 e dell’art. 4 del D. L. n. 159/07, convertito in legge dall’art. 1 L. 227/07. Quindi il Consiglio dei Ministri, nel nominarlo Commissario ad acta, avrebbe commesso, credo non desti la meraviglia di nessuno visto quanto siamo costretti ad osservare nel Paese, un macroscopico abuso. Di conseguenza tutti gli atti del Commissario ad acta della sanità calabrese dovrebbero ritenersi nulli! A cominciare, anzi soprattutto, per quanto concerne il decreto n. 18 del 22 ottobre 2010 con il quale lo stesso ha ridisegnato, fra l’altro, la mappa della rete ospedaliera calabrese, avverso la quale pendono ricorsi ed il grande allarme sociale tra la popolazione. E la legalità alla quale tutti i politici fanno finta di appellarsi? Ancora una volta sarebbe mortificata! Infatti un piano di rientro dal debito prevede sempre una certificazione del debito stesso! Se, a quanto pare, ad oggi non sono stati approvati i bilanci delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere calabresi ed, in alcuni casi, addirittura, sono stati bocciati dalla stessa regione, come è stato possibile inviare compiutamente il debito sanitario? Se un cittadino, un imprenditore o una società  producono mendace documentazione per ottenere fondi pubblici, giustamente, incappano in azioni giudiziarie penalmente rilevanti! Lo stesso, credo, valga anche per un Ente pubblico! La fretta legata alla disperazione della situazione economica della sanità calabrese, sarà foriera di seri provvedimenti sia della magistratura ordinaria che di quella contabile, nel momento in cui dovessero rendersi conto che l’obiettivo, in una situazione di carteggi quantomeno ambigua, sono i fondi per la cosiddetta premialità e consistenti in 800.000.000 di euro che la regione dovrebbe avere dallo Stato. In tutto questo ambaradan desta stupore, anche se non più di tanto visto il consociativismo che ha prodotto i danni da tutti visibili, il silenzio assordante delle forze politiche calabresi a cominciare da quelle di opposizione.  Noi non  abbiamo alcuna volontà di rassegnarci e, forti del nostro spirito di servizio, con umiltà,  ma con la dovuta fermezza, denunceremo sempre quello che appare come truffa ai danni dei cittadini.

Il Promotore – Responsabile
Giuseppe Lanuara