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Laino Borgo :: Incendi: interviene l’Ugl.

LAINO BORGO :: 21/07/2012 :: Come spesso accade sentiamo parlare di incendi solo ed esclusivamente quando un evento di particolare entità, come quello che sta caratterizzando il Parco Nazionale del Pollino, sta avendo proporzioni preoccupanti. Sarebbe invece opportuno che di un fenomeno così dannoso nella Regione Calabria se ne parlasse spesso e soprattutto nei tempi dovuti e non a fatto compiuto. Ed invece, così come accaduto nel 2007, nel momento in cui la situazione diventa drammatica e a prendere fuoco è il simbolo del Parco, il Pino loricato, ecco arrivare puntuali critiche su interventi “non tanto efficaci” nell’opera di spegnimento e nella prevenzione di tale fenomeno.

Mi preme sottolineare che l’incendio in questione è stato prontamente segnalato dal personale del Corpo Forestale dello Stato, il quale da profondo conoscitore dei luoghi e dei fenomeni, ha immediatamente fatto richiesta di interveneto aereo. Purtroppo, complice il forte vento e la concomitanza di altri pericolosi incendi su cui operavano i mezzi aerei in quel momento, il fuoco in breve tempo si è propagato all’interno del Parco nonostante l’intervento da terra delle squadre antincendio e degli uomini della Protezione Civile.

Sterili e strumentali polemiche,che non riteniamo dover alimentare, non giovano alla risoluzione del problema. Sarebbe troppo facile chiedersi, cosa fanno i Comuni interessati per la prevenzione degli incendi?  Qualcuno di loro sa il numero di uomini del Corpo Forestale presenti all’interno dell’area protetta, o conosce il numero delle squadre antincendio presenti sul territorio, e le problematiche annesse a tale servizio?  Il Presidente Mimmo Pappaterra è persona vicina al Parco e ai suoi custodi, lo vive 24 ore al giorno e non ha certamente bisogno di difese ma neanche di squallidi attacchi politici a cui abbiamo assistito ultimamente da chi probabilmente conosce poco l’argomento.

Ed allora ci preme sottolineare e fare un plauso all’incessante lavoro che da giorni operano le squadre antincendio ed i volontari e particolarmente gli uomini del Corpo Forestale dello Stato che coordinano le difficili operazioni di spegnimento, per cercare di salvare un patrimonio arboreo e un habitat naturale di inestimabile valore.

Gli incendi se non si riesce a prevenire si spengono con uomini e mezzi, che dovrebbero sempre aumentare, ed allora sarebbe auspicabile per il futuro che il personale del Corpo Forestale dello Stato che opera nel Parco, con un organico ridotto e ben distante da quello che prevede il DPCM, venga adoperato nel periodo estivo, da giugno a settembre, esclusivamente per la prevenzione e repressione del fenomeno degli incendi boschivi e non in molteplici attività di controllo del Parco come i danni causati dalla fauna selvatica  che spesso si tramuta in spreco di energie e di risorse  a discapito dell’attività investigativa e di prevenzione per la quale il Corpo è specializzato e che dovrebbe occupare gran parte dell’attività.