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Diamante :: Da Londra a Diamante per assaggiare la nduja.

DIAMANTE :: 14/09/2013 :: Tedeschi, cecoslovacchi, australiani, rumeni, coreani, russi ma soprattutto inglesi. I cecoslovacchi sono ospiti all’Hotel Parco dei principi di Scalea. I russi invece sono a Praia a Mare all’Hotel Martina. Sempre a Praia e Scalea ci sono tedeschi, rumeni e anche australiani. Gli inglesi invece sono presenti in molti alberghi della Riviera e tutti, o quasi tutti, sono venuti per “conoscere da vicino” la nduja, il più famoso dei salumi di Calabria.

La nduja è entrata nei menù di molti ristoranti alla moda della capitale britannica e gli inglesi più curiosi non hanno resistito al fascino di venire in Calabria per assaggiare “nella terra di origine” questa specialità infuocata. Al Peperoncino Festival di Diamante considerato ormai la “Mecca del peperoncino”. Nei ristoranti londinesi gli inglesi consumano la nduja a pranzo, a cena e anche come aperitivo con una familiarità da fare invidia ai più incalliti calabresi. Molte pizzerie propongono “pizza con la nduja”, i ristoratori ce l’hanno in menù in un piatto con le cozze e nelle paninoteche la nduja è protagonista nei panini “made in Italy”. Senza dimenticare autentici processi di fusione con la cucina britannica.

Un turista inglese che fa parte di una comitiva ospite dell’Hotel Talao di Scalea, parla di uno “small plate” con cozze, porro e nduja. Un successo importante e imprevedibile che i gastronomi e gli chef prestigiosi come Jamie Oliver o il cuoco-star del Barbecoa non riescono a spiegarsi ma che invece non sorprende Enzo Monaco, presidente dell’Accademia del peperoncino e patron del Peperoncino Festival.

“Prima o poi doveva accadere, dice Monaco, e la cosa non mi meraviglia. Una decina di anni fa abbiamo ospitato e premiato Sandro Paternostro come personaggio piccante. Mi ricordo delle lunghe chiacchierate al Ferretti Hotel. E ho ancora nelle orecchie le sue parole: Presidente questo Festival lo deve portare a Londra. Agli inglesi il piccante piacerà da morire. E lui certo gli inglesi li conosceva come le sue tasche”.

Ed è sempre Monaco che non ha dubbi sulla “vocazione internazionale” del Peperoncino Festival. “Siamo solo all’inizio, dice il Presidente, sono sicuro che la presenza di turisti stranieri aumenterà sempre di più nei prossimi anni”. “C’è una tendenza già riscontrabile nei flussi turistici nazionali, dice Monaco, ma per il peperoncino ci sono molte marce in più: la curiosità sempre crescente dei buongustai, l’influenza dei ristoranti etnici molti dei quali prediligono i piatti piccanti e infine i dati statistici dai quali apprendiamo che due persone su tre, nel mondo, consumano il peperoncino”.

“In pratica poi, conclude Monaco, aumentano momento per momento le richieste di iniziative da parte di operatori turistici di tutto il mondo. Al Festival di quest’anno l’Accademia ha incontrato delegazioni coreane e libiche venute di proposito a Diamante per programmare una serie di iniziative tendenti a rafforzare i rapporti economici con la Corea e la Libia. Per questo motivo è venuto addirittura l’Ambasciatore della Libia a Roma”.