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Scalea (Cs) :: Longobucco: Parco Nazionale del Pollino ente inutile e dannoso.

SCALEA :: 11/06/2008 :: Il Parco Nazionale del Pollino è un ente inutile e dannoso, sia per l’assenza e la trascuratezza che dimostra nel territorio dei monti di Orsomarso, sia per la tutela della salvaguardia ambientale. Questo è quanto afferma il consigliere delegato allo spettacolo e agli eventi fieristici del comune di Scalea , Silvio Longobucco. L’ex calciatore della Juventus  è categorico nei confronti dell’amministrazione del Parco Nazionale del Pollino e interviene con una dichiarazione netta contro l’inefficienza di un ente ritenuto superfluo nella gestione del territorio.

Longobucco sostiene chiaramente una separazione dalla gestione accentrata dell’amministrazione di Rotonda e propone, non solo una riperimetrazione consona alle richieste dei cittadini che abitano il Parco, ma una vera e propria autonomia gestionale dei comuni e dei territori dell’alto tirreno casentino che gravitano nell’area dei monti di Orsomarso e lungo la valle del Fiume Lao, come S.Domenica Talao, Orsomarso, Papasidero, Mormanno, Verbicaro, Grisolia, Aieta, Tortora, Buonvicino, Maierà, Belvedere Marittimo. Tutti territori che sono stati sempre trascurati dalle varie amministrazioni dell’ente Parco fin dalla nascita, o isolate da interventi promozionali adeguati alle vocazioni turistiche e naturalistiche presenti come potenziale d’attrazione nei comuni interessati. Longobucco nel comunicato ha affermato: << l’ente parco non solo ha trascurato le nostre aree, ma ha delimitato in modo anomalo territori rurali con forte presenza antropica come la Serra Bonangelo ad Orsomarso, inchiodando praticamente le tabelle di indicazione denominate “zona 1”, aree di protezione speciale, nelle querce del luogo e non negli appositi pali e questo è solo un piccolo esempio che dimostra la cura con la quale il Parco salvaguardia i beni naturalistici->>. In conclusione, l’ex calciatore juventino, entra anche nel merito politico ponendo un quesito e specificando: <<- quanto è costato il Parco Nazionale del Pollino fin dalla sua nascita al contribuente? Quanto spende e quanto è stato distribuito nei territori dei monti di Orsomarso? Quanti progetti promozionali e ricerche scientifiche sono state effettuate nell’area protetta ed hanno portato risultati utili? Come ritorno di immagine che cosa ha portato il Parco ai cittadini che abitano nell’area protetta. Le risorse  usate a cosa sono servite, perché non sono mai stati fatti piani antincendio adeguati e non è stata mai coinvolta seriamente la cittadinanza, le associazioni, i gruppi di volontariato? Che raccordi ci sono stati con le istituzioni locali? Attualmente il Parco Nazionale del Pollino è solo burocrazia, blocchi, problemi che si aggiungono al quotidiano vivere e nessun vantaggio per la gente e, paradossalmente, per la biodiversità dei luoghi, minacciati continuamente non solo dagli incendi, ma dall’abbandono assoluto. Forse l’ente Parco in questi anni, per evitare proteste e desolazione dei luoghi, doveva fare a meno di presidenti politicizzati provenienti dai partiti politici che si susseguono alla guida del Paese. Pensare ad un amministrazione rappresentata da  tecnici  non politicizzati, avrebbe portato, sicuramente, qualcosa in più ai territori protetti dell’alto tirreno. Possibile che con tutti questi miliardi spesi per il Parco non è mai stato predisposto un piano antincendio valido, con i comuni, ad esempio si poteva organizzare un servizio efficienze, invece oggi non possono utilizzare il proprio territorio in nessuna maniera. Insomma, hanno fatto il Parco per essere fruibile ed in certi punti  hanno previsto addirittura discariche. Proprio all’antitesi delle regole che impongono da seguire ->>.

 

Antonio Pappaterra