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Catanzaro :: Edizioni La Rondine riporta alla luce le “Ricordanze” di Luigi Settembrini.

CATANZARO :: 03/01/2012 :: Nell’anno appena trascorso caratterizzato dalle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, la casa editrice catanzarese Edizioni La Rondine ha voluto rendere omaggio alla storica figura di Luigi Settembrini, letterato, scrittore e patriota risorgimentale, mandando alle stampe l’edizione integra, in copia anastatica dell’originale, delle “Ricordanze della mia vita”, l’autobiografia dello scrittore pubblicata per la prima volta, poco dopo la morte di Settembrini, nel 1879-80 con la prefazione di Francesco De Sanctis e le “note ad uso del popolo e delle scuole” a cura di Ettore Fabietti.

La figura di Settembrini è stata legata in maniera particolare a Catanzaro, città in cui si trasferì con la moglie Luigia Faucitano dopo aver vinto nel 1835 il concorso per la cattedra di eloquenza nel liceo di Catanzaro. Nel Capoluogo fondò con Benedetto Musolino una setta segreta dai propositi fantasiosi, quella dei “Figliuoli della Giovine Italia”; ma venne arrestato nel maggio 1839 e, pur uscendo assolto dal processo grazie all’abile difesa, fu trattenuto arbitrariamente in carcere sino all’ottobre 1842.

Persa ormai la cattedra, visse, per qualche tempo, modestamente di lezioni private; ma la sua passione politica non si arrestò e nel 1847 scrisse e diffuse in forma anonima, dando voce all’insofferenza delle popolazioni meridionali, la “Protesta del popolo delle Due Sicilie”, violento, e in breve tempo popolarissimo, atto di accusa contro il malgoverno borbonico. Dopo l’esperienza del carcere, Settembrini, intanto rifugiato nel Regno Unito, ritornò in Italia soltanto a unificazione completata.

L’assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro, riconoscendo il valore storico per la città della figura di Settembrini ben rappresentato nella sua autobiografia, ha inteso acquistare e diffondere alcune decine di copie del libro, in attesa di un incontro-dibattito attorno al volume previsto nelle prossime settimane alla presenza dei maggiori storici ed intellettuali catanzaresi.

L’assessore Nicola Armignacca cita un passo del libro per raccontare il particolare rapporto che legava Settembrini a Catanzaro: «“Io le voglio un gran bene a quella città di Catanzaro, e piacevolmente mi ricordo sempre di tante persone che vi ho conosciute piene di cuore e di cortesia, ingegnose, amabili, ospitali […]”. Così recita l’incipit del X capitolo che Luigi Settembrini dedica interamente alla nostra città – afferma Armignacca -.

Quell’amabilità che sta nella cortesia, nella signorilità, nel culto dell’ospitalità, nell’attaccamento orgoglioso alle proprie origini, alle antiche tradizioni, proprie ancora oggi del popolo catanzarese. Settembrini racconta la bellezza di una città che già nell’Ottocento appariva, al professore di eloquenza, adagiarsi sopra un’altura con alle spalle “la gran giogaia della Sila”, scendendo lentamente verso il mare Jonio, per quella che, ancora oggi, rappresenta una cartolina unica e affascinante.

Al fervore culturale del “suo” liceo Galluppi, allora “uno dei quattro del Regno”, corrisponde oggi quello del nostro sistema di istruzione, del nostro Ateneo, della nostra Accademia delle Belle Arti e del Conservatorio Musicale, della Biblioteca “De Nobili”, dei teatri Politeama e Masciari, del Complesso del San Giovanni, del Marca, del Musmi, del Parco Internazionale delle Scultura, delle professioni e dell’associazionismo. Un itinerario di arte e cultura tra i più emozionanti ed articolati, che oggi, come allora, fanno di Catanzaro la città della cultura e della creatività, delle arti e dei saperi».

Il volume “Ricordanze della mia vita” segue uno sviluppo cronologico ed è divisa in tre parti. La sua ideazione risaliva alla fine degli anni Trenta, ma fu soltanto con la condanna all’ergastolo del patriota, nell’ambito del riflusso dell’ondata rivoluzionaria del 1848-49, che Settembrini ne iniziò la stesura. Nella prima parte l’autore affronta il periodo 1813-48, narrando i teneri ricordi d’infanzia dominati dalla figura di un padre che aveva partecipato alla Repubblica napoletana del 1799.

Settembrini passa poi in rassegna gli anni della giovinezza e l’avvicinamento alle idee patriottiche, l’esperienza del carcere e l’entusiasmo per i fermenti patriottici degli anni Quaranta, esplosi nel 1848, ma che ben presto lasciarono spazio al ritorno delle forze della reazione nel 1849.