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Cetraro :: Guardia Costiera: distrutti 52 chilometri di spadare.

CETRARO :: 13/07/2011 :: Circa 52 chilometri di reti da posta derivanti, le famigerate “spadare”, che giacevano da molti mesi nell’area cortilizia della sede dell’ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro , sono state finalmente smaltite negli ultimi giorni in conformità alla vigente normativa in materia di rifiuti. “Si tratta di un risultato amministrativo molto importante – dichiara il Tenente di Vascello Gabriele Peschiulli, Comandante della Guardia Costiera cetrarese – poiché rappresenta il momento conclusivo di una ormai annosa battaglia contro tale tipo di strumenti da pesca, che dal 2002 sono state messe bandite dalla Comunità Europea”.

L’ingente quantitativo di reti da posta derivanti, risultato dell’intensa attività operativa svolta negli ultimi anni dall’Autorità Marittima di Cetraro, pur essendo oggetto di specifici provvedimenti amministrativi e giudiziari di distruzione, è rimasto per lungo tempo in giacenza all’interno della sede della Guardia Costiera poiché, trattandosi a tutti gli effetti di rifiuti speciali, è stato necessario attivare l’iter previsto dalla legge per lo smaltimento di tale tipologia di rifiuti.  
In particolare , come primo passo  si è dovuto procedere a verificare la non pericolosità delle reti in questione che, come è noto, contengono una percentuale di piombo. Una volta classificate come rifiuto speciale non pericoloso  è stata avviata la procedura di reperimento di una ditta autorizzata allo smaltimento  che, senza oneri per l’Amministrazione in riconoscimento della valenza istituzionale dell’attività,  si incaricasse della raccolta, del trasporto e del conferimento a discarica delle  spadare” .  “Vorrei ringraziare – prosegue il Comandante Peschiulli – l’Ispra e l’Arpacal che ci hanno fornito la loro preziosa collaborazione tecnica  sia nella fase di accertamento della non pericolosità delle reti, sia nella fase di verifica della possibilità di conferimento in discarica per rifiuti non pericolosi, nonchè la ditta che ha accettato di procedere allo smaltimento senza gravare sui nostri capitoli di spesa”.
La guerra alle spadare, autentiche barriere lunghe diversi chilometri, ha avuto  inizio negli anni ’90 come conseguenza dell’accertato livello di selettività molto basso che determinava la cattura oltre che del pregiato e remunerativo pesce spada – il cui fiorente mercato spiega la resistenza del ceto peschereccio ad abbandonare l’uso di tale strumento –  anche di tartarughe, piccoli delfini come le Stenelle, ovvero cetacei
molto più grandi come i Capodogli e le Balenottere, il cui pregio è esclusivamente ecologico.
Con l’attività appena conclusa, la Guardia Costiera può dire di avere raggiunto la finalità più alta della politica comunitaria e nazionale in tale campo, ossia quello di sottrarre definitivamente agli utilizzatori gli attrezzi illegali e contestualmente  distruggerli per impedirne qualsiasi futuro uso.