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Cetraro :: Sanità: piano di rientro, interviene Vincenzo Cesareo (Socialisti Uniti).

CETRARO :: 15/10/2010 :: Le ripetute esternazioni di consiglieri regionali in riferimento al Piano di rientro del debito sanitario, offrono lo spunto per rinnovare la sfiducia nella possibilità di avere una classe dirigente degna di questo nome. A nulla servono dettagliate relazioni, supportate da dati reali e non artati, le visite di Commissari regionali, le manifestazioni portate avanti dalle amministrazioni locali con garbo e correttezza istituzionale spesso scambiata per ingenuità o sottomissione.

Nessuno dei consiglieri regionali, soprattutto della maggioranza, ha il coraggio o la libertà di prendere le distanze da una decisione imposta al di fuori di una logica di confronto e di condivisione che tenga conto dei rilievi oggettivi mossi. La decisione è presa! Nessuno ostacoli il capo! Che tristezza! Povera Calabria: consiglieri regionali assurti al rango di portavoce in cambio, forse, di una briciola di sottogoverno! I migliori appartengono alla provincia di Cosenza: ignavi ed invertebrati politici! Il Piano, dunque, appare sempre più una vera e propria lottizzazione. Altro che migliorare gli standard e le qualità! La spesa sanitaria riferita alla emigrazione aumenterà notevolmente ed il Commissario ad acta diverrà, così, il vero Commissario liquidatore della sanità calabrese soprattutto alla luce delle recenti disposizioni sul federalismo fiscale in ambito sanitario. Basta però con le falsità. Questo piano di rientro non è lo stesso siglato dalla giunta Loiero  per il quale il centrosinistra ha perso le elezioni regionali perchè non condiviso dai calabresi: il piano Loiero con le deliberazioni della giunta regionale n. 740 del 4 novembre 2009 e n. 264 del 25 marzo 2010 prevedeva, ad esempio, il mantenimento del P.O. di Praia a Mare nella rete ospedaliera per acuti. Il resto è solo chiacchiera politica. Comunque se il piano da attuare fosse quello di Loiero, ricordo al Governatore che è stato votato per realizzare cose diverse da quelle della precedente giunta regionale, dimostrando di avere capacità di rappresentare questa terra a livello nazionale e non di essere mero esecutore di disposizioni. Capisco la necessità di attingere alle somme (850.000 milioni) previste per la cosiddetta premialità, ma perdere qualche mese, a vantaggio della concentrazione eo condivisione, lo ritengo essenziale e rispettoso verso l' elettorato. E se, per come lo stesso Governatore asserisce, il debito ammmonta a 1,1 miliardi di euro, significherebbe che la calabria non ha debito, visto che accredita 1,20 miliardi di euro dallo Stato in riferimento alle annualità 2001, 2005/6/7/8. Quindi sarebbe solo necessaria una riorganizzazione della sanità intesa come ospedaliera, territoriale e della emergenza. Per come emerso anche su altri quotidiani, la riorganizzazione ospedaliera così come programmata, lascia molte zone della provincia di Cosenza senza alcuna possibilità reale di avere e ricevere assistenza, con tempi di percorrenza lunghissimi (alla faccia dei LEA), mentre si vuole tutelare a tutti i costi qualche zona, coperta da presenza politica, nonostante la vicinanza ad ospedali attrezzati, o qualche ospedale che ha la benedizione particolare di qualche santo. A questo è ridotto il cosiddetto piano di rientro del debito sanitario! E che piano è quello presentato che non prevede nulla sulla sanità privata che rappresenta il 46% del totale dei posti letto calabresi? Quali interessi ci sono a tutelare il privato? Credo che a queste domande il Commissario ad acta debba delle risposte, ammesso che ne abbia! E' chiaro che i socialisti uniti che rappresento non intendono ossequiare il Governatore su un programma di cui non si sentono parte integrante, anzi corpo estraneo.