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Cosenza :: Pd: intervento di Mimmo Bevacqua.

COSENZA :: 31/08/2010 :: «È tempo di suonare le nostre campane, rimbocchiamoci le maniche», questo l’invito rivolto qualche giorno fa da Bersani al popolo del PD. E le maniche ce le dobbiamo rimboccare soprattutto qui, nel Mezzogiorno ed in Calabria. La proposta del “Nuovo Ulivo” ci fa superare le tante indecisioni degli ultimi mesi; finalmente si avanza una proposta per il futuro del Paese. Non un’ “ammucchiata”, non vecchia politica, ma un progetto per mettere insieme le forze progressiste e concorrere per il governo dell’Italia.

Una sintesi che deve partire dal basso, senza alchimie politicanti. Dobbiamo tutti ritrovare i “nostri popoli”. Un dialogo che non s’interrompa il giorno dopo le elezioni, ma che permanga proficuo e costruttivo, nel tempo.

Il “Nuovo Ulivo” deve guardare necessariamente alle altre forze democratiche, interessate a progettare un’altra Italia, un altro Mezzogiorno. Una grande alleanza da costruire non sull’antiberlusconismo, ma su proposte programmatiche serie, risposte non velleitarie ai problemi economici, sociali e democratici, degli italiani.

Un primo impegno unitario potrebbe e dovrebbe essere una nuova legge elettorale. Si mettano insieme tutte le forze d’opposizione per modificare la strana legge vigente, già soprannominata dal suo ideatore «legge porcellum». Una legge per cui deputati e senatori vengono designati dagli apparati burocratici dei partiti e non scelti liberamente e democraticamente dal popolo. Ed è anche opportuno riflettere sulla proposta, avanzata recentemente da numerosi intellettuali, di un ritorno ai collegi uninominali, per rafforzare maggiormente i rapporti fra elettori ed eletti, tenendo ferma, però, la barra del bipolarismo oramai entrato nella testa degli italiani e che pone il nostro paese allo stesso livello di quelli europei.

Il “Nuovo Ulivo” deve essere realizzato nel Mezzogiorno ed in Calabria.

Per far ciò occorre innanzitutto che il Pd nazionale parli di più del mezzogiorno, delle sue potenzialità, delle sue opportunità legate alla collocazione geografica ed affronti con coraggio e convinzioni le sue debolezze e problematicità: infrastrutture viarie e ferroviarie inadeguate, scarsa competitività dovuta alla mancanza di politiche d’innovazione, il problema del lavoro e non per ultimo un ricambio dei gruppi dirigenti ad ogni livello. Un Pd, insomma, che superi le timidezze verso la Lega e sviluppi una proposta di governo tale da guardare alla crescita del paese nella sua interezza.

Al Pd calabrese sono richiesti, invece, atti coraggiosi  e concreti, finalizzati a dare forza al suo ruolo e progetto, mettendo da parte b
eghe e polemiche pretestuose a partire dal superamento di posizioni ambigue ancora esistenti
.

Al commissario Musi va riconosciuto, fino ad oggi, l’impegno di aver lavorato in tale direzione ed a lui chiediamo di dichiarare chiusa una stagione che tanti danni ha prodotto al partito ed al tessuto socio-economico calabrese.

Tante sono le energie che guardano con attenzione al progetto del Pd, giovani,  donne, professionisti, amministratori, che ci chiedono coraggio e determinazione nel rinnovare i gruppi dirigenti e nel dare l’immagine di un partito che si occupi dei problemi reali della gente e non di tatticismo e di meline interne.

Tutte le forze progressiste della regione possono ormai rendersi conto dell’inadeguatezza del presidente Scopelliti. I giorni sono passati ed i problemi sono ancora davanti a noi, inalterati. Nessuno sperava in improvvisi miracoli, ma non un problema è stato avviato a soluzione. La recrudescenza mafiosa (e qui invito il mio partito ad aderire alla manifestazione proposta dal direttore Matteo Cosenza  per solidarizzare col Procuratore Di Landro), una stagione turistica quasi fallimentare, la disoccupazione dilagante, la mancanza di serie politiche economiche ed industriali sono aspetti di una Calabria sempre più in difficoltà ed emergenza.

Recentemente, il Presidente Scopelliti ha dichiarato che al centro della sua azione politica c’è il territorio. Ma ad oggi più che altro si tratta di piacevoli escursioni turistiche, tutta immagine e niente sostanza. Una sbiadita copia del marketing berlusconiano. Tanti annunci e pochi fatti. Solo parole, come sulla sanità. Nella nostra regione si continua a morire negli ospedali ed è proprio di queste ore l’annuncio che il governo ha bloccato la realizzazione delle 4 grandi e moderne strutture sanitarie, da tempo previste.

«Politiche del territorio», sinonimo solo di fiumi di parole che nascondono vuotezza di idee e di progetti. I piccoli centri ed i centri montani stanno scomparendo, aree interne ormai sempre più “aree tristi” senza speranze né prospettive. Eppure la superficie montana calabrese è pari al 78% dell’intero territorio regionale, con 290 comuni ed il 60% della popolazione.

Cosa ha detto o fatto finora il nostro governatore sulla montagna, le aree interne ed i piccoli centri? Certo, le responsabilità sono di tutti, ma nel centrodestra calabrese il problema non è avvertito affatto.

«Abbiamo una visione d’insieme della Calabria». Ma cosa significa avere una visione d’insieme? È il mantra del nostro presidente che ripetendo ossessivamente le stesse parole, dà più l’impressione di voler allontanare i problemi, che affrontarli.

Le problematiche sono tante ed il Pd calabrese deve ritornare ad essere il protagonista della politica regionale. È il momento di riunire le forze progressiste e di affidarsi a nuovi gruppi dirigenti, capaci e motivati. Smettiamola di parlarci addosso, parliamo ai calabresi. Ormai i conciliaboli sono divenuti insopportabili.

Non vecchia politica e vecchie formule, ma un nuovo ulivo per una nuova Calabria!