DIAMANTE :: 15/06/2011 :: Con queste parole ieri nell'”Arcipelago Sagarote” di Diamante Don Giacomo Panizza ha chiuso il suo incontro . L’incontro si è tenuto sotto un enorme pino marittimo, in un ambiente ancora incontaminato, lontano dai frastuoni estivi che già si sentono in lontananza. Don Giacomo Panizza ha raccontato ai presenti la sua militanza nella società, fra i disabili e gli ultimi della terra, da Brescia da dove è partito come metalmeccanico a Lametia terme giunto come prete.
Un esperienza lunga e molto coinvolgente che Don Giacomo ha snocciolato pezzo per pezzo, formando l’ossatura del suo libro ” Qui ho conosciuto purgatorio inferno e paradiso” con la presentazione e la prefazione di Goffredo Fofi e Roberto Saviano. Un libro intervista che mette in luce la nostra Calabria dal punto di vista non di chi è al potere ma di chi è nella società civile, messa ai margini, abbandonata spesso e che ha bisogno di sognatori come Don Giacomo perchè si realizzi e ridia dignità alle persone. Le domande a Don Giacomo non sono state tutte ossequienti e benevole, proprio come chiedeva lo stesso autore, che ha saputo ben rispondere sul ruolo della Chiesa in Calabria, dei rpeti, di alcune istituzioni con le quali interloquisce spesso pur di ottenere qualcosa per i suoi disabili, i suoi rom, i suoi senza casa. Ed il racconto si fa pesante quando Don Giacomo parla della casa confiscata alla ‘ndrangheta che lo obbliga a citofonare proprio al boss per piotervi accedere. Una storia raccontata a Rai Tre nella trasmissione Vieni via con me e che Don Giacomo continua a raccontare dimostrando il suo coraggio e la voglia da parte della società calabrese di riscattarsi da questa malapianta. l’incontro è finito con un buffet vegetariano offerto dall’associazione ospitante. Un associazione che si muove in un territorio difficile così come quello di Don Giacomo e che porta avanti le tematiche dell’ambiente, della disabilità, del disagio sociale.
Arcipelago Sagarote
