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Diamante :: No al megaporto di Diamante!

DIAMANTE :: 06/07/2009 :: “Bisogna fermare qualsiasi tipo di speculazione sul porto di Diamante, in nome del profitto si sta devastando la costa calabrese con il tacito accordo degli enti locali. Siamo pronti ad opporci, anche legalmente, per arrestare questa ennesima devastazione delle aree paesaggistiche”.

Lo dichiara Ciro Pesacane, presidente del Forum Ambientalista, a proposito della vertenza sul megaporto di Diamante (in provincia di Cosenza) dove la Società ATI – ICAD Costruzioni Generali S.r.l. e Diamante Blu S.r.l. stanno cementificando l’area non rispettando alcuni vincoli. “Questa scogliera – ricorda l’ambientalista – venne ‘attaccata’ per la prima volta negli anni sessanta quando l’allora ministro delle Opere Pubbliche Giacomo Mancini finanziò un’opera che in parte la coprì, per far posto ad un lungomare. Ma è nel 1999 che la Regione Calabria finanzia e promuove la progettazione di un megaporto, camuffato da ristrutturazione dell’approdo esistente”. Intanto nel 2004 alcune associazioni ambientaliste fanno ricorso al TAR. “Si è ottenuto – dice il presidente dell’associazione – che sull’area, su cui insiste un SIC (Sito d’Interesse Comunitario) a tutela di una prateria di Posedonia Oceanica, fosse imposta la Via (Valutazione d’impatto ambientale)”. Per poi arrivare all’attuale azione legale del Forum Ambientalista che ha diffidato nel maggio scorso le amministrazioni comunali di Diamante e regionale della Calabria, i funzionari preposti, la società costruttrice e la soprintendenza ai beni archeologici. “Abbiamo segnalato alla Commissione Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale – spiega Pesacane – una omissione contenuta nello Studio di Impatto Ambientale presentato dalla ICAD – Diamante Blu, chiedendo la revoca del parere positivo emesso. È presente nell’area – aggiunge – un sito archeologico rilevato dal ministero competente ma ignorato dai loro rappresentanti e dai funzionari che gestiscono il territorio. La stessa società sembra lavarsi le mani”. Il Forum fa notare, infatti, che al riguardo il Codice dei beni culturali e del paesaggio contenuto nel D. Lgs. 42/04 stabilisce all’art. 30 che “Gli enti pubblici territoriali hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza” e all’art. 169 “È punito con fino l’arresto da sei mesi ad un anno chiunque senza autorizzazione esegue opere di qualunque genere sui beni culturali indicati nell’articolo 10″. “La battaglia di Diamante – precisa Pesacane – è pioniera di tante altre che gli ambientalisti dovranno affrontare sulla costa dell’Alto Tirreno Cosentino in Calabria, dove la logica distruttrice delle lobbies del cemento ha previsto, con il consenso delle amministrazioni lo
cali fedeli all’impianto sviluppista, un piano di portualità selvaggia” “Il Forum ambientalista – conclude Pesacane – si è impegnato e si impegnerà affinché siano tutelati gli interessi della comunità portando avanti una battaglia di civiltà per il rispetto della vocazione del territorio e della sostenibilità delle scelte che incidono sul futuro del vivente umano e non umano, contro gli interessi di lobbies economiche e di classe”.

http://forumambientalista.wordpress.com/2009/05/30/no-al-megaporto-di-diamante/