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Locri :: Emergenza rifiuti: Brizzi, «Si intervenga prima che sia superato il livello d’allarme».

LOCRI :: 01/08/2011 :: Nella Locride è ormai emergenza sul fronte dei rifiuti. I sindaci dei quarantadue comuni sono sul piede di guerra e, dopo ripetuti appelli e prese di posizione, denunciano con forza la cattiva gestione degli impianti e un commissariamento decennale, del tutto inadeguato alle esigenze del territorio, che hanno determinato la crescita rapida e abnorme della problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti.
«E’ evidente che l’impegno per innalzare le percentuali di raccolta differenziata deve essere prioritario r imprescindibile – dichiara il sindaco di S. Ilario dello Ionio Pasquale Brizzi, in piena condivisione con i primi cittadini di tutti i paesi della Locride -. E’ chiaro che questa è l’unica strada per alleggerire i carichi di lavoro degli impianti e a questo la Regione Calabria dovrebbe dedicare i fondi comunitari per dare il via alla costruzione di una filiera in grado di rendere autosufficienti i diversi ambiti territoriali».
Ad oggi, la situazione vede l’area Tirrenica (Gioia Tauro) servita da un impianto di trattamento secco-umido con un potenziale di conferimento pari a 40.000 tonnellate all’anno; l’area di Reggio Calabria (Sambatello) servita da un impianto con un potenziale pari a 35.000 tonnellate annue; e l’area Ionica, con l’impianto di Siderno, con un potenziale di conferimento pari a 40.000 tonnellate all’anno. Ciò di fronte a un fabbisogno che cresce in maniera esponenziale, per cui la situazione rischia di divenire esplosiva.
Inoltre la provincia di Reggio è stata inserita nel sistema “Calabria Sud” comprendente anche la provincia di Crotone e la parte Ionica della provincia di Cosenza. Disposizione territoriale e logistica che suscita fortissimi dubbi e che ha provocato negli anni passati notevoli disservizi ed aggravio dei costi di gestione. Anche la commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti ha rilevato a pagina 192 della relazione discussa alla Camera dei Deputati il 13 aprile 2011 che  “..tale anomala suddivisione non risponde in alcun modo alle esigenze del territorio e a quelle di un virtuoso ciclo integrato dei rifiuti nella regione. Le ricadute di tale suddivisione non sono da poco, se si considera che i rifiuti «viaggiano» da un capo all’altro della regione, prima e dopo il loro trattamento, dal momento che le discariche di servizio non sono localizzate nelle vicinanze degli impianti di trattamento, ma a centinaia di chilometri dagli stessi, per di più in un territorio montuoso e privo di adeguata viabilità, come quello calabrese.”

Pertanto sarebbe utile e doveroso, per risolvere i problemi ormai divenuti cronici in Calabria nel settore dei rifiuti urbani, secondo quanto sostengono i sindaci del comprensorio Locride, partire da una nuova e ottimale organizzazione e pianificazione regionale. Infatti sarebbe opportuno porre quale primo obiettivo, anche per come stabilito dalla normativa comunitaria e nazionale, l’autosufficienza degli ambiti. L’ambito di Reggio Calabria ha a portata di mano la sua autosufficienza, poiché è dotata di tre impianti di trattamento a cui andrebbero solamente affiancate le relative discariche di servizio. Infatti tali discariche di servizio sono per il momento necessarie poiché devono accogliere la frazione organica stabilizzata negli impianti. Nello specifico la situazione della Locride si aggrava poiché l’impianto presente a Siderno non solo deve lavorare i rifiuti prodotti dai comuni presenti in quest’area ma anche altri provenienti da altre realtà provinciali e soprattutto regionali. Oggi l’impianto di Siderno accetta quantitativi contingentati da parte dei comuni conferenti e questo provoca notevoli disagi nella fase di raccolta poiché non tutti i rifiuti prodotti quotidianamente possono essere avviati a trattamento rimanendo nei cassonetti e nelle strade.
Soluzioni alternative in ordine al breve, medio e lungo periodo, sono possibili, sottolineano i primi cittadini dell’area ionica: nel breve periodo si dovrebbe dare la priorità al conferimento presso l’impianto di Siderno ai comuni della Locride rispetto agli altri comuni che provengono da altre aree e lasciare che questi organizzino autonomamente il conferimento anche attraverso una turnazione; nel medio periodo attivare la realizzazione dell’ampliamento della discarica di servizio di Casignana, quindi realizzare una o due discariche di servizio nel territorio provinciale per servire i tre impianti presenti; infine nel lungo periodo, realizzare impianti di compostaggio per la frazione organica e ridurre al minimo l’uso della discarica di servizio.
«Perché queste richieste diventino realtà concreta e non buoni propositi impressi sulla carta – conclude Brizzi – è auspicabile che tutte le forze politiche tramite i loro rappresentanti a livello nazionale e locale, attraverso l’impegno dei sindaci, del mondo dell’associazionismo e della cittadinanza, faccia un fronte comune per scongiurare che la Locride, e con essa l’intera regione, assuma le disastrose caratteristiche ambientali vissute oggi dalla Campania».