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Morano Calabro :: I ragazzi di Laino Borgo e Morano incontrano lo scrittore Biagio Faillace.

MORANO CALABRO :: 04/01/2010 :: E “Il Topolino che voleva cantare”, favola illustrata di Biagio Giuseppe Faillace, continua a suscitare entusiasmo e simpatia tra i ragazzi delle scuole elementari e medie. Nei giorni scorsi, infatti, i ragazzi degli istituti comprensivi “Biagio Longo” di Laino Borgo e “Scorza-Severini” di Morano hanno incontrato l’autore e discusso con lui dei temi compositamente legati al racconto. Ha partecipato il giovane universitario Francesco Chiarelli, autore delle coloratissime illustrazioni abbinate all’enchiridio.

Andiamo con ordine. Nel confronto tenutosi in quel di Laino, dopo l’introduzione proposta dalla dirigente, prof.ssa Teresa Barletta, che si è soffermata sulle motivazioni culturali alla base del rendez-vous, ha preso la parola la prof.ssa Maria Teresa Armentano, responsabile della locale Biblioteca comunale, la quale ha tracciato un profilo dello scrittore. L’attenzione della platea è stata catalizzata dalla proiezione della favola in Dvd: i ragazzi hanno seguito con interesse, vivendo “in diretta” la storia del Topolino data alle stampe dallo scrittore moranese.

Il successo dell’incontro lainese ha suggerito di promuovere e realizzare la manifestazione anche a Morano. Stessa formula, ma organizzatori diversi: la cooperativa “Perla del Pollino” e l’Istituto Comprensivo di Morano. Gli alunni, accompagnati dalle insegnanti Maria Teresa Filomena, Angela Radicione, Caterina Di Leone e Sonia Pugliese, si sono recati in Palazzo Salmena, sede del Museo della Civiltà Contadina, dove sono stati accolti dai gestori del Museo, nella fattispecie da Erminia Di Loreno, Franca Piluso e Mariella Rose. I lavori sono stati introdotti dalla Di Lorenzo la quale ha posto l’accento sull’importanza dell’incontro, come stimolo per avvicinare gli studenti al Museo e conoscere così le “nostre radici”. E’ seguito l’intervento dell’insegnante Maria Teresa Filomena che ha porto il saluto della dirigente prof.ssa Isabella Grisolia, impossibilitata a partecipare. Anche in questo contesto la proiezione del Dvd ha appassionato i ragazzi. A margine, sia nell’incontro lainese sia in quello moranese, Faillace, ha illustrato genesi, evoluzione e lieto fine della fiaba, il cui protagonista, “il Topolino senza un’orecchia”, risulta molto originale come, del resto, tutta la storia. Lo scrittore, poi, con linguaggio semplice e chiaro, funzionale all’uditorio, ha accennato alle caratteristiche del suo scritto secondo lo schema di Propp: indeterminatezza, inverosimiglianza, manicheismo morale, reiterazione, apoteosi finale, scopo didascalico. Faillace ha fatto presente come tutti possano “scrivere la loro favola o la loro fiaba, espressione di quel patrimonio di fantasia che si forma spontaneamente presso ogni civiltà per un bisogno connaturato dell’uomo, e che, come scrive Gianni Rodari, <è presente in ogni cosa…ma se un principe o un poeta / a baciarla non verrà / un bimbo la sua favola invano aspetterà>”.

In entrambe le circostanze è emerso il carattere universalistico di Faillace il quale, dopo aver affermato come “sia la fiaba sia la favola, rilegate spesso in posizione subalterna”, oggi siano state “rivalutate dalla scienza antropologica attraverso lo studio delle tradizioni popolari e delle culture orali”.