fbpx

‘Ndrangheta e traffico di droga: svelata la rete dei narcos calabresi, 24 arresti.

REGGIO CALABRIA :: 27/10/2022 :: Ventiquattro persone, coinvolte in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti, sono state arrestate dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico, sotto il coordinamento della locale Dda, con il supporto supporto di altri reparti del Corpo, nelle province di Reggio Calabria, Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, Milano e Pavia. I provvedimenti restrittivi, emessi dalla Sezione G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, hanno portato 15 inpersone in carcere e 9 ai domiciliari. Si tratterebbe di personaggi legati a vario titolo al clan Bellocco di Rosarno (RC), operante in tutta la piana di Gioia Tauro. L’indagine costituisce lo sviluppo dell’ operazione “Magma”, eseguita sempre dal Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e dallo Scico, diretta dalla Procura reggina, che avrebbe consentito di colpire i Bellocco.

L’operazione si concluse nel novembre 2019 con l’esecuzione di 45 misure cautelari personali. L’operazione odierna avrebbe confermato la forza e la capillarita’, sia su scala nazionale che internazionale, dei “narcos” calabresi, interlocutori privilegiati con le maggiori organizzazioni mondiali,per la loro “affidabilita’” nel raggiungimento degli obiettivi criminali. La disponibilita’ di ingenti capitali di provenienza illecita e la spiccata capacita’ di gestione dei diversi segmenti esnodi del traffico hanno permesso all’organizzazione, che sarebbe stata promossa e diretta da unmembro di vertice del citato casato reggino, di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionaleservendosi, tra l’altro, di preferenziali e collaudati canali di approvvigionamento esteri.

Il gruppo criminale, che per comunicare faceva uso di telefoni cellulari criptati, ovvero di cabine telefoniche pubbliche, si interfacciava con differenti organizzazioni aventi le proprie basi operative in Albania ed in Brasile. In tale contesto, sarebbe stato scoperto che l’organizzazione era in grado di far giungere dal Brasile ingenti partite di cocaina, stoccate in Svizzera, per poi essere trasportate in Lombardia ed essere cedute ad individuati acquirenti, tra i quali figura un albanese di particolare rilievo criminale.

A seguito di problemi legati al pagamento del narcotico, un membro dell’organizzazione brasiliana fornitrice si sarebbe finanche recato in Calabria per incontrare il capo del sodaliziocriminale, per addivenire ad una soluzione. Prima dell’incontro – monitorato dagli investigatori – al fine di far comprendere in maniera chiara l’importanzadel personaggio che si apprestava ad incontrare, un indagato avrebbe parlato al referente brasiliano dello spessore criminaledel proprio boss, mostrandogli, al fine di fugare ogni dubbio, il contenuto di articoli stampa da cui spiccava lacaratura della compagine criminale di appartenenza.L’inchiesta avrebbe consentito di scoprire come la consorteria criminale producesse, in proprio, ingentiquantitativi di cannabis indica curandone i successivi processi di lavorazione (asciugatura, essicazione, pesaturae confezionamento).

Nel corso dell’attivita’ e’ emerso come gli indagati, al fine di diversificare ed intensificare la fiorenteattivita’ illecita, abbiano realizzato una coltivazione di marijuana all’interno di una zona rurale del Comune di Candidoni (RC) nella quale sono state rinvenute 1227 piante di cannabis, nonche’ 74 kg della stessa sostanza stupefacente, consentendo l’arresto di due dei responsabili, colti nella flagranza direato. La compagine criminale gestiva, inoltre, una consolidata attivita’ di smistamento dello stupefacente attraversol’impiego di appositi corrieri, sempre pronti a rifornire molteplici “piazze di spaccio”, fungendo da spola tra il territorio calabrese e quello siciliano. In un’occasione, infatti, era stato arrestato, in flagranza di reato, un affiliato in procinto di imbarcarsi per la Sicilia.