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Reddito di Cittadinanza: Aiello, “Rischio è che diventi un mero strumento di sostegno dei consumi”. (VIDEO)

RENDE :: 09/11/2022 :: “Il reddito di cittadinanza rischia di diventare in modo strutturale un mero strumento di sostegno dei consumi. E’ una strategia fallimentare per lo sviluppo del Mezzogiorno già sperimentata nel corso degli ultimi 60 anni, perchè non crea sviluppo, ma alimenta dipendenza”. E’ quanto ha affermato il professore Francesco Aiello, Ordinario di Politica Economica dell’Unical in occasione della presentazione del XXI Rapporto INPS che si è tenuta all’Università della Calabria, in presenza del Presidente dell’INPS Pasquale Tridico.

“Alla fine del processo di revisione dell’aiuto al reddito di cui si parla molto in questi giorni” – continua Aiello – “molti degli attuali percettori del reddito di cittadinanza potranno rimanere senza lavoro”.  Dipenderà sia dall’efficacia delle politiche attive che saranno adottate, “ma questo – continua Aiello – richiede sforzi immani in un paese in cui i Centri per l’Impiego hanno vincoli organizzativi non banali e le agenzie private hanno poco spazio di azione”, sia dalle prospettive economiche dell’Italia. Uno scenario verosimile che potrà manifestarsi nei prossimi due-tre anni è che per garantire “pace sociale”, si dovrà pensare a forme di sostegno del reddito alle persone che rimarranno senza sostegno e senza lavoro. La soluzione più immediata, ma molto rischiosa, è di perpetuare meri trasferimenti di reddito. Ecco perché la riforma del reddito di cittadinanza diventa una nuova sfida del paese, perché oltre ad azioni finalizzate ad aumentare l’occupabilità dei beneficiari dell’income support, è necessario che aumenti la domanda di lavoro delle imprese, ossia che l’Italia inizi a crescere dopo quasi tre decenni di stagnazione. “E’ complicato immaginare la creazione di nuova occupazione se il paese non riprende a crescere”.

E’ importante anche capire cosa succederà nella fase di transizione. Se l’attuale aiuto diventa temporaneo – le ipotesi al vaglio sono 6 mesi, o un anno – ed è pensato solo per chi cerca lavoro, la platea di beneficiari non cambia rispetto allo scenario attuale, perché tutti cercheranno lavoro e aderiranno al Patto per il Lavoro o similari (che diventa condizione di accesso al sostegno). Alcuni troveranno lavoro e, al fine di rendere capillare questa circostanza, è cruciale aumentare il differenziale tra il sussidio e la retribuzione. Tanto maggiore è questa differenza tanto più attrattivo sarà il lavoro.

“La questione della congruità dei salari da parte del settore privato è di difficile risoluzione, ma la differenza deve essere sostanziale, di almeno il 30%, affinché chi rinuncia all’aiuto possa essere sanzionato con la revoca del sostegno. E’ complicato applicare sanzioni se il mercato del lavoro non remunera con salari congrui”. L’effetto sarà anche di ridurre il lavoro in nero, se parallelamente si riduce l’onere contributivo a carico delle imprese.