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Reggio Calabria :: Luigi Fedele (Pdl) replica all’articolo a firma di Adriano Mollo.

REGGIO CALABRIA :: 26/05/2010 :: Se l’’articolo firmato dal giornalista Adriano Mollo,  pubblicato oggi dal “Quotidiano della Calabria”, mira a dipingermi, nella qualità di Presidente del Consiglio regionale 2000/2005, come l’autore esclusivo di scelte che hanno provocato le anomalie di cui oggi la politica è costretta a discutere, io non ci sto. 

Una rappresentazione simile, è intellettualmente oscena e scorretta. L’articolo, questo come tanti altri,    potrebbero senz’altro  aiutare a   comprendere i retroscena, gli itinerari  e  le cause dell’insostenibile situazione odierna,  alla condizione, però, che  non manchino del tutto di  ogni riferimento al contesto politico da cui nascono le scelte dei partiti e dei singoli politici.  

Per intenderci, definire la gestione Loiero/ Bova, dopo cinque anni di disastri, moralmente  irreprensibile e la mia, invece,  lassista e spendacciona, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. E non soltanto perché gli anni della mia Presidenza hanno visto un Consiglio regionale produrre molte leggi e di qualità, nonché – come Mollo dovrebbe ricordare – esercitare, a livello nazionale ed internazionale, una funzione di rappresentanza  prestigiosa ed apprezzata  a tal punto che i rappresentanti delle  Regioni d’Europa sono venuti a Reggio Calabria ( luglio/ 2002) per siglare la “Dichiarazione sull’avvenire dell’Europa e sulla Convenzione europea”. Ma anche perché una  lettura simile non tiene conto del fatto che lo stesso on. Bova è stato vicepresidente per tutto il periodo in cui io sono stato presidente e che ogni  scelta è stata fatta all’unanimità sia dall’Ufficio di Presidenza che dall’Assemblea regionale. Insomma, occorrerebbe essere meno faziosi nel discutere di temi che presentano anche dei  lati deboli. Fermo restando che la crisi economica in atto nel Paese implica che tutti, ad incominciare da noi politici, ci si debba assumere le responsabilità del momento, ho il dovere di ricordare che la vicenda della stabilizzazione dei portaborse, di cui non mi sono mai pentito,  non ha come padre solo l’ex presidente Fedele.  Ricordo che è stato  il Consiglio regionale,  in cui sono presenti tutte le forze politiche,  ed all’unanimità ad   approvare la  legge ‘25’ e che  quella legge ha consentito a  molti esponenti, anche di primo piano,  del Pd  di utilizzarla senza rossori. Inoltre, a proposito di ciò che scrive il giornalista Mollo sulla figura del  consigliere supplente, laddove riconosce al presidente Scopelliti ed alla sua maggioranza di “avere evitato di pagare altre sette indennità”, non è superfluo sottolineare che quell’anomalia non nasce durante la mia Presidenza,  ma negli anni del centrosinistra al governo della Regione. Il mio auspicio, tuttavia,  in quanto capogruppo del Pdl, è semplice e lineare: oggi taluni costi della politica sono, a maggior ragione dinanzi ai morsi della crisi, insostenibili.  Nostro compito, ed è quello che stiamo facendo in queste ore, è ridurli ( tant’è che le richieste del mio gruppo  sono tra le  più rigide);  facendo attenzione, però, a non buttare con l’acqua sporca, contenente storture ed esasperazioni, il bambino che, nel nostro caso, è la politica con le sue funzioni, le quali  implicano spese senza le quali la democrazia sarebbe azzoppata.