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Rende :: Unical, Ateneo Controverso: “I rappresentanti degli studenti sono nelle mani del Rettore “

RENDE :: 04/03/2011 :: Il laboratorio politico-culturale Ateneo Controverso prende atto, ancora una volta, di come la pseudo-rappresentanza studentesca dell’Università della Calabria, che esprime in Consiglio d’Amministrazione i rappresentanti Emilio D’Acri, Ferenc Macrì e Domenico Cambrea, sia succube e pilotata da giochi di potere atti a soffocare e delegittimare il dissenso politico di chi, quotidianamente, contrasta le speculazioni architettate alle spalle degli studenti.

E’ oramai chiaro e palese l’accanimento politico-personale e i ripetuti attacchi alla nostra organizzazione da parte non solo del rettore Latorre , ma anche dei suoi fidati amministratori. Oggi sono costretti a uscire allo scoperto quegli studenti che da anni, tramite le proprie associazioni, hanno sempre taciuto sulle lobby affaristiche dell’Unical e che, sotto sapienti regie rettorali, hanno saputo far valere il proprio silenzio.

Silenzio proseguito anche durante le grandi giornate autunnali che contrastavano un modello universitario classista e aziendalistico e si ponevano come le basi di costruzione per un altro modello di società. Chi pensa che quei giorni siano stati infruttuosi o addirittura arroganti, dà dimostrazione di come la propria elaborazione politica sia limitata alla richiesta di contributi pubblici per la propria associazione.

L’Università è di chi la vive, non di chi la amministra. E’ inaccettabile che spazi come quello occupato illegittimamente da psuedo-associazioni siano da tempo chiusi, inutilizzati, privi di ogni minima strumentazione e soffocati dalla polvere senza produrre nulla di buono e di utile per gli studenti nonostante i ripetuti finanziamenti annuali ad essi destinati.

Vivo è ancora il ricordo della assemblea d’Ateneo del 28 febbraio, durante la quale a seguito dei quattro interventi degli studenti (di cui tre di Controverso) nei quali si condannava la gestione politico-amministrativa della nostra Università, il rettore non seppe fare altro che esaltare la “democrazia rappresentativa” e scappare dal confronto sotto gli scroscianti applausi dei fedelissimi studenti. Questa è la sintesi perfetta: i rappresentanti che applaudono e sostengono a gran voce il rettore-barone Latorre. E’ questa la loro democrazia?

Ci chiediamo (e ci rivolgiamo a tutto il mondo universitario): è democrazia che il presidente Domenico Cambrea pubblichi documenti firmati a nome dei 53 rappresentanti del Consiglio degli studenti, senza averlo convocato ufficialmente, ma solo a seguito di una riunione con poco più di 10 rappresentanti, utilizzando quest’organo per meri fini personali?

E’ democrazia il fatto che gli studenti non vengano mai coinvolti nei processi decisionali reali attraverso assemblee, referendum e iniziative, ma che ci si ricordi di loro solo nel momento in cui sono chiamati a delegare in bianco qualcuno per due anni?

E’ davvero così valida questa democrazia rappresentativa, alla luce del fatto che decine di rappresentanti siano DECADUTI perché non partecipavano mai ai Consigli di Facoltà?

Noi pensiamo che sia tempo di cambiare, di fare un passo avanti e di cogliere l’occasione storica della riscrittura dello Statuto per colpire in maniera determinata una logica affaristico- clientelare legata a un sistema di rappresentanza che mette da parte i diritti degli studenti per concentrarsi sui fondi annuali destinati agli amici degli amici!

Il silenzio non può più essere giustificato. E’ tempo di dare un segnale forte non solo al mondo universitario, ma soprattutto alla nostra terra, per dimostrare che c’è davvero un modo altro di intendere la politica e la “cosa pubblica”. La nostra regione non la si può amare con slogan o con banale demagogia su una nota stampa, ma bisogna viverla attraverso le realtà territoriali, sociali e ambientali che da anni contrastano i continui stupri mafiosi.

Per questi motivi chiediamo l’immediata dimissione di tutta la rappresentanza studentesca per aprire una nuova fase di confronto e di discussione atta a concepire un sistema alternativo e realmente partecipato che metta al centro i diritti degli studenti.

Questi rappresentanti non rappresentano nessuno se non i propri interessi personali ed economici; mentre la loro unica preoccupazione è quella di salvaguardare il proprio status quo, Ateneo Controverso da tempo è impegnata nell'elaborazione politica che coinvolge tutti gli Atenei d'Italia. Proprio per questo motivo pensiamo sia necessario lanciare per giorno 23 marzo una grande assemblea d’Ateneo, che discuta dei modi e dei principi che dovranno accompagnare le modifiche allo Statuto.

Lo diciamo da tempo e lo ribadiamo: se questa è la nuova classe politica dirigente della nostra regione allora saremo destinati a vedere ancora a lungo molti Cetto Laqualunque non solo ai cinema. Si inizia con l’organizzare di pulmini per portare gli studenti a votare alle elezioni universitarie, si finisce col consiglio regionale più inquisito d’Italia!