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Scalea (Cs) :: Bisogna lottare per avere il pronto soccorso, l’ospedale e servizi sanitari.

Intervista a Marta Manco, la fidanzata di Cristian Rinaldi, il giovane  che morì dissanguato, il 20 agosto 2007  a causa di un incidente stradale, nel centro di Scalea. 

 

SCALEA :: 27/03/2008 :: Ogni lotta ha un nome. Marta Manco, 21 anni di Scalea, oggi combatte in prima persona per una causa giusta: istituire il pronto soccorso della città di Scalea, perché, come è successo per Cristian,  il suo ragazzo, morto  il 20 agosto del 2007 nell’inferno del traffico e della calura estiva di Scalea, le ambulanze arrivano sempre troppo tardi oppure, per triste fatalità, sono diversi i casi che non arrivano neppure all’ospedale vicino di Praia a Mare. 

Una lettera  aperta di Marta, del 27 settembre 2007, indirizzata all’allora assessore regionale alla sanità, Doris Lo Moro, metteva sotto la lente il dramma vissuto e che si continua a vivere nella cittadina tirrenica a causa della mancanza essenziale del servizio di pronto intervento sanitario, nel periodo di maggior presenze turistiche. La lettera che  Marta aprì anche alle testate dei giornali e che evidenziava la carenza preoccupante del pronto soccorso, oltre ad evidenziare il dolore della perdita di Cristian, faceva un quadro chiaro della situazione della città d’estate: -<< Ha presente assessore, le strade di Scalea in pieno agosto e di lunedì, quando si svolge il mercato settimanale? E’ una bolgia. Ed ha la più pallida idea di come sia problematico spostarsi anche solo a piedi? Non ho parole per descriverle cosa significhi aspettare che un ambulanza arrivi da Praia a Mare in quell’inferno per soccorrere un ferito, che sia o no grave…e provi ad immaginare se quel ferito è tuo figlio, un tuo amico o il tuo fidanzato. Si impazzisce! E Si impazzisce anche e soprattutto dopo, ancora di più, giorno dopo giorno, perché è inconcepibile morire sulla strada circondati da persone che non possono fare nulla se non attendere l’arrivo di soccorsi e dannarsi per l’attesa interminabile di attimi uguali a quelli che si sono portati via Cristian->>.  Sono le parole di Marta. Da allora, però nessuna risposta alle richieste espresse nella lettera aperta all’assessore alla sanità Calabrese, ne alla lettera che poi, a distanza di due mesi di silenzio, scrisse al Ministro della Salute, Livia Turco, rimarcando la questione posta e il dramma vissuto. Oggi Marta Manco è iscritta all’associazione vittime della strada e si sta impegnando per fondare e aprire una sede anche a Scalea, al fine di aiutare e sostenere le persone che, come lei, hanno subito e subiscono ingiustizie legate alle carenze e all’assistenza sanitaria nella zona.

 

D: Marta Manco, dopo le lettere inviate all’allora assessore alla sanità e al Ministro Turco, come vedi la situazione  sanità a Scalea ed in Calabria?

R: Dopo le lettere inviate, l’assessore regionale, in verità, mi ha inviato una risposta chiedendomi a sua volta di contattarla e lasciare il mio numero di telefono. Questo è avvenuto nel periodo di Dicembre 2007, nel frattempo la giunta regionale è cambiata e la dottoressa  Lo Moro, decadendo dagli incarichi di assessore alla sanità calabrese e forse a causa anche del commissariamento del settore sanitario da parte del Governo, non ho avuto più notizie dalla regione. Gli uffici regionali delegati al settore sanitario, che conoscono i motivi della mia istanza, non si sono interessati al caso 118 di Scalea e questo fa pensare che siamo ancora al punto di partenza, cioè niente. Il fatto è  che a Scalea il 118  era previsto, così come l’ospedale, solo che ogni politico se la gira a modo suo. Sono anni che Scalea d’estate si riempie, arrivando a toccare le 300.000 presenze, e non è possibile ancora sentir dire che non si può istituire il pronto soccorso, in questo modo sembrerebbe inutile andare avanti e continuare a parlare persino di programmazione turistica o di salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini: non siamo per niente salvaguardati da un servizio sanitario assente.

 

D: le istituzioni locali, il comune di Scalea, ti stanno aiutando?

R:Il Sindaco di Scalea, il dott. Mario Russo mi sta sostenendo, è vicino alla mia lotta. E’presente in tutti gli interventi a favore della costituzione dell’ospedale e per l’istituzione del 118 e sebbene non vi siano state risposte esaustive da parte della regione Calabria, gli sono grata per la sua vicinanza ai motivi della causa che sostengo.

 

D: Marta, c’è un passo, tratto dalla citazione del poeta Rumi, nella lettera che hai scritto alla Lo Moro, che colpisce molto. E’ un passaggio che parla della vita come missione o cammino di luce. Ritengo giusto chiederti cosa vuol dire per te questa lotta e cosa si aspettano i giovani come te dal futuro e da Scalea.

 

R: E’ chiaro, lotto per fare giustizia e per chi subisce la negligenza di servizi che non funzionano. Bisogna lottare contro chi ha il potere di cambiare le cose e non le fa, contro chi amministra male e che fa finta, praticamente, di non vedere e non sentire che la Calabria sta male. Io personalmente non conosco, per esempio, le vicissitudini che hanno caratterizzato la storia dell’ospedale di Scalea, ero bambina in quel tempo, ma credo che in questo momento occorre intervenire subito per l’apertura totale e lasciare il passato alle spalle. Ai giovani della mia età non interessano le diatribe fra personaggi politici riguardanti l’ospedale. Ai noi  interessa un futuro “decente”, dei servizi che funzionano, lavoro, meno disoccupazione e insisto, per quanto riguarda Scalea, un ospedale aperto, perché rappresenterebbe un segnale di riavvio del nostro paese e una ripresa delle nostre speranze. Senza queste prerogative è inutile perdersi in polemiche. Questa è la strada giusta e per ciò bisogna continuare a battersi.

 

Antonio Pappaterra