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Scalea :: In via Craxi bocconi avvelenati uccidono 5 cani di proprietà e decine di gatti.

Le associazioni La Scossa,  i Vas e il comitato dei volontari anti-randagismo chiedono aiuto ai Sindaci e al Presidente della Comunità montana di Verbicaro.

SCALEA :: 04/12/2009 :: << “Chiediamo aiuto alle istituzioni, ai sindaci del comprensorio tirrenico e, in particolar modo, per il ruolo politico di coordinamento programmatico che rappresenta, al Presidente della Comunità Montana di Verbicaro , Riccardo Benvenuto”>>.

E' l'appello del presidente dell'associazione La Scossa, Antonio Pappaterra, del dirigente Vas di Scalea, Antonio Maiuro e dei volontari del comitato anti- randagismo, Giulio Santo e Ivan Basso, che riguarda il grave problema dei gatti e dei cani randagi e del suo risvolto negativo sull'intero territorio dell'Alto tirreno cosentino. In questi giorni sono numerosi i casi allarmanti che riguardano aggressioni, avvelenamenti in massa di cani randagi,  abbandono, uccisioni e maltrattamenti di ogni genere e tipo verso animali che hanno avuto la sola colpa di nascere in questa parte di società civile. A scalea, nella giornata di ieri, il tentativo di avvelenare alcuni cani randagi che frequentano la periferia della cittadina, ha portato alla morte di cani di proprietà e di decine di gatti.  Purtroppo per gli animali non è stato possibile fare nulla. Dalle notizie che stanno riportando i cittadini residenti nel luogo pare che  il gesto sia stato premeditato  da sconosciuti, intenzionati maldestramente a risolvere il problema, appunto, del randagismo. Un azione questa che ha colpito maggiormente i cittadini residenti in via Craxi, allarmando anche i numerosi proprietari di animali del luogo. << Non è la prima volta che accadono questi fatti nel nostro comprensorio, ha dichiarato Antonio Pappaterra dell'associazione La Scossa, io stesso, giorni fa, ho perso il mio cane pastore tedesco per un avvelenamento a seguito di un boccone lasciato in giro, atto a stanare, probabilmente,  cani randagi. E' stato un duro colpo, molto sofferto, che mi  ha fatto riflettere molto sull'ignoranza di alcune persone e sui metodi di crudeltà che questi adottano per peggiorare un problema. Il dilemma randagismo,- ha dichiarato Pappaterra-, solo in questa zona e nella Calabria, per la mancanza di volontà  di alcune istituzioni e di servizi, non è considerata una risorsa e quindi un potenziale di sbocco, anche lavorativo>>. Dello stesso avviso anche il gruppo Vas di Scalea e i volontari che curano a loro spese il problema randagismo: << sono mesi che chiediamo aiuto ai sindaci del comprensorio,- hanno dichiarato Giulio Santo e Ivan Basso-, ribadendo che loro stessi sono responsabili legalmente di ogni singolo cane e gatto randagio abbandonato nel territorio. Oggi,- hanno affermato i volontari,-  dopo i cani ammazzati a fucilate a Santa Domenica Talao, i cani bruciati e avvelenati a Scalea, quelli uccisi ad Orsomarso e tutte le denunce di continue aggressioni che ci sono state, chiediamo aiuto, direttamente al Presidente della Comunità Montana, Riccardo Benvenuto, perché riteniamo, per le sue esperienz
e acquisite sulla progettazioni di canili rifugio e servizi per la comunità, che più di tutti possa darci una mano sulla questione”.>>