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Se io fossi… :: Se io fossi… un giudice.

SE IO FOSSI… :: 21/04/2011 :: Lascerei in pace la povera gente. Quella che occupa le case per stare sotto un tetto con la sua famiglia a Cosenza come a Montalto come a Cirella, quella che arriva con i barconi per cercare di sopravvivere alle guerre ed alla fame e viene accolta dai sindaci di Riace e Caulonia, quella che sale sui tetti delle fabbriche per rendere il suo lavoro di precario stabile e sicuro. Lascerei in pace i ragazzi che fumano qualche spinello, le prostitute lungo le strade di Cassano, i rom che vivono lungo il fiume Crati, gli studenti che manifestano la propria rabbia con il governo. Lascerei in pace tutta questa gente. Se fossi un giudice, penserei alla salute dei cittadini, a chi glie e la rovina, approvando antenne telefoniche sulle loro teste o facendo passare elettrodotti, chi non fa rispettare le norme di sicurezza sul lavoro. Manderei ispettori nei cantieri edili dove gli operai lavorano senza casco né corde di sicurezza. Colpirei i padroni in modo terribile che si ricorderebbero di me a vita. Andrei nei luoghi di lavoro a verificare, continuamente, se le norme di sicurezza vengono rispettate. Sarei andato alla Foderauto di Belvedere per constatare quello che molti operai avevano più volte denunciato sulla presenza di amianto, sarei andato nella Marlane a Praia a Mare  e vedere se gli operai indossavano mascherine e guanti e se le vasche della tintoria erano quelle prescritte dalla legge,chiuse e non aperte da far respirare i vapori a tutti, farei controllare come è stato fatto, il terreno attorno alla fabbrica per verificare che non ci siano stati sotterramenti. Sarei andato a Cassano a verificare la bonifica della ferrite di zinco. Avrei aperto di nuovo l’inchiesta per portare sulla sbarra degli imputati i politici che l’hanno fatta franca con la prescrizione. Se fossi un giudice lavorerei su quei personaggi di paese che non fanno nulla e posseggono auto di grosse cilindrata, fanno bella vita ed aiutano i politici a fare carriera. Vedrei i loro conti bancari, li pedinerei giorno per giorno, ascolterei le loro telefonate, li fermerei ai posti di blocco sotto casa loro, controllerei ogni loro attività commerciale, ordinerei una perquisizione a settimana nelle loro abitazioni, gli renderei la vita difficile senza dargli la minima tregua, farei finire loro la bella vita tanto da farli andare via dai loro paesi ed abbandonare le attività illegali. Se fossi giudice controllerei che le paghe dei lavoratori precari dell’estate, ai lavoratori del sommerso estivo, a quelli che per due mesi vengono assunti dagli alberghi, dai campeggi, dai bar e dai ristoranti, fossero paghe vere e non paghe da sfruttati. Se fossi un giudice controllerei che le cause nel mio tribunale si facciano regolarmente e che quando si convocano gente povera e umile, che ha avuto il coraggio di denunciare un ricco superbo e pieno della sua ricchezza, non si rinvii per difetti di notifiche o altro tanto da far scadere i termini.  Controllerei le attività dei preti dei paesi che giunti poveri poi diventano proprietari di case. Vedrei la loro ricchezza se proviene dalle proprie famiglie o dalle elemosine della povera gente. Lo farei anche nei conti dei preti  e dei monaci che gestiscono conventi e monasteri. Verificherei anche che tutti i cosiddetti visionari di madonne e gesucristi, siano veri e che non si commetta il reato di circonvenzione di incapaci . Forse se fossi giudice, non durerei troppo!

Francesco Cirillo