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Terme Luigiane: il Consiglio di Stato accoglie gli appelli di Acquappesa e Guardia Piemontese.

TERME LUIGIANE :: 12/10/2023 :: Nel caso delle Terme Luigiane, il Consiglio di Stato (Sezione Quinta) ha emesso una sentenza (n. 8889/2023, pubblicata oggi) che ha accolto gli appelli presentati dai Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese. Questi appelli contestavano la decisione del Tar Calabria, che aveva originariamente accolto solo un ricorso della società Sateca S.p.A. in merito all’acquisizione dei beni delle Terme Luigiane da parte dei comuni, in seguito al rifiuto illecito della società di restituirli. Il Tar Calabria aveva ritenuto erroneamente valida la proroga quasi centenaria della subconcessione in favore della società, ma le amministrazioni comunali avevano ritenuto questa decisione illegittima.

I legali Giuseppe Porzio e Valerio Zicaro hanno dichiarato che il Tar Calabria aveva erroneamente ritenuto legittime le attività della società anche dopo il 31 dicembre 2020, nel caso in cui le procedure per scegliere un nuovo contraente si fossero protratte oltre quella data, affermando che questa decisione era contraria agli interessi pubblici, come la gestione continua del servizio pubblico. Il Consiglio di Stato ha riformato completamente la decisione del Tar Calabria e respinto il residuo ricorso presentato dalla Sateca S.p.A.

In particolare, il Consiglio di Stato ha concordato pienamente con i Comuni appellanti, sostenendo che non c’era alcuna base legale per consentire alla Sateca di mantenere il controllo dei beni termali oltre la scadenza della concessione. Questa decisione si basa su due ragioni principali: innanzitutto, l’adesione ai principi generali dell’azione amministrativa e l’applicazione di una solida giurisprudenza che condanna la proroga emessa dopo la scadenza dell’atto da prorogare; in secondo luogo, l’applicazione del consolidato orientamento giuridico europeo e amministrativo sulla temporaneità delle concessioni.

Gli avvocati Porzio, Santoro e Zicaro ritengono che questa sentenza del Consiglio di Stato metta fine a una controversia che è stata utilizzata negli ultimi tre anni come strumento di attacco contro le amministrazioni coinvolte e coloro che hanno difeso il diritto dei comuni e delle loro popolazioni di riappropriarsi di beni di proprietà pubblica che erano stati detenuti da un soggetto privato per troppo tempo. Essi concludono sperando che coloro che hanno promosso questa controversia provino vergogna, ricordando che alla fine la giustizia ha prevalso.