Angolo Tecnico :: Lettera aperta a Rosario Mastrosimone.
L'Ingegnere Giuseppe Maradei risponde a Rosario Mastrosimone
ANGOLO TECNICO :: 11/01/2009 :: Come faccio ogni giorno, più volte al giorno, ho visitato il sito calnews e ho trovato una piacevole sorpresa: una persona che non conosco, che non ho mai visto e con cui non mai avuto il piacere di parlare, ha scritto qualcosa su di me. Ero felice, soddisfatto, fino a quando mi sono accorto che questa persona ha commentato politicamente alcune mie considerazioni di carattere, invece, squisitamente tecnico, ponendomi domande che non ho ben capito su delle questioni che non conosco o non mi competono. La cosa mi ha un tantino sorpreso e per questo ho sentito il bisogno di rispondere. Prima di continuare, però, vorrei porgere le mie scuse ai lettori di calnews perchè userò questo spazio per chiarire una posizione personale. Mi permetto perchè la questione è nata su queste libere pagine e sono sicuro che chiarendo la mia posizione farò del bene anche a calnews.
Gentile sig. Mastrosimone vorrei, innanzitutto, ringraziarla, perchè mi ha definito “valente ns. giovane professionista”. Sono molto lusingato, davvero. Sono lusingato in quanto non conoscendomi, immagino che l’idea che io sia un professionista valente sia maturata in lei in base a ciò che in questi mesi sto scrivendo e che evidentemente lei sta assiduamente leggendo. Le confesso, però, che sono un po’ dispiaciuto, perché dalla lettura del suo intervento ho capito di non essere riuscito bene a farle comprendere due cose, a mio avviso semplici: una di metodo e una di merito. Per quanto concerne la prima questione, di metodo, penso al mio “modus operandi” e alla mia etica professionale: se difendo una soluzione tecnica, lo faccio perché, dopo aver visionato il progetto ed essendomi ben informato, tecnicamente la ritengo valida e non perché qualcuno, indottrinandomi, mi spinge a dire che è valida, cercando di usarmi come cassa di risonanza. Mi piacerebbe che la stessa etica fosse utilizzata quando si cerca di dare un giudizio tecnicamente negativo. Per quanto, poi, riguarda le mie idee e convinzioni politiche, le tengo per me o ne parlo con i miei amici e compagni. La questione di merito, invece, riguarda il fatto che lei ha definito la struttura che il Comune vorrebbe realizzare, una “maxi-discarica”. Devo prendere atto che, nonostante i miei sforzi, alcune delle persone che hanno letto ciò che ho scritto, non hanno compreso che non si tratta di una “maxi-discarica”, ma di qualcosa di diverso e diametralmente opposto. Mi vorrà scusare per questo, ma la mia giovane età, probabilmente, non mi consente di avere l’esperienza necessaria per trasferire a tutti ciò che i libri e l’esperienza fin qui maturata mi hanno insegnato. La cosa, però, mi spiazza, in quanto lei è il primo. Tutti quelli, infatti, che hanno letto i miei interventi mi hanno detto di avere avuto le idee chiarite, anche coloro che erano profondamente scettici. Qualcuno mi ha dichiarato la sua contrarietà politica, parlava di questioni di opportunità sulle quali si può, anzi si deve dibattere ed e possibile dissentire, per fortuna siamo in democrazia. Ma per questo esiste la politica. Le assicuro che lei è l’unico che, rivolgendosi a me, ancora parla di maxi-discarica. Se poi usa questo termine come un modo di dire, allora sono sollevato, perchè magari ha compreso i miei discorsi ma il termine “maxi-discarica” è cosi entrato nel suo linguaggio che non riesce proprio a toglierselo via. Mi consenta, però, di dirle che questo modo di esprimersi può ingenerare confusione nei cittadini che non seguono costantemente il dibattito. Sì, sig. Mastrosimone, ingenera confusione perchè il termine “discarica” può ricordare un vecchio modo di smaltire i rifiuti, un modo ormai superato dalla tecnica che, anzi, si è posta il problema di riqualificare i siti degradati a causa di questa tipologia di smaltimento. Dire “discarica” fa pensare a quel sito che questa amministrazione comunale sta procedendo a mettere in sicurezza, grazie, se non erro, a finanziamenti regionali.Non è la stessa cosa. Questo impianto sarà diverso. Se può esserle utile, pensi a un processo in
dustriale che ha come materia prima la “munnezza” e, trasformandola in modo ecocompatibile, come prodotto finito il CDR, che sarà venduto a Gioia Tauro per produrre energia elettrica. Tutto qui. Mi sembra che sia semplice. Sig. Mastrosimone alcuni miei amici, forse un po’ maliziosi, mi hanno detto che lei usa questa parola coscientemente, al fine di ingenerare confusione; ma io non ci credo! Mi piacerebbe che ci potessimo incontrare in modo da poterle parlare di persona guardandoci negli occhi; magari potremmo andare al comune per visionare assieme il progetto e poterlo commentare. I miei amici, però, mi hanno anche detto che lei è napoletano, ma che ha avuto la fortuna di vivere qui durante la grande emergenza dei rifiuti. Parlo dell’emergenza che i suoi ex concittadini hanno subito lo scorso anno. Non sarà mica invidioso e per questo si augura che presto ci sia emergenza rifiuti anche qui, che le strade dei nostri paesi siano invase dai rifiuti, come ogni tanto succede anche a Cosenza, in modo da poter fieramente affermare “anche io l’ho vissuta” ?
Ovviamente scherzo. Lo faccio per sdrammatizzare. Anche perchè, se devo essere sincero fino in fondo, mi sono un po’ risentito quando ha detto, lei estraneo in una terra che l’ha accolto, che non sa dove io viva. Guardi, io sono nato qui, cresciuto qui, la mia famiglia e le mie radici sono qui. Ho avuto la fortuna, poi, di vivere 9 anni in Veneto, preso fra gli studi di ingegneria presso l’ Università di Padova, i corsi di perfezionamento e le prime esperienze lavorative, per poi tornare qui, nella mia terra. In Veneto ho iniziato a fare la raccolta differenziata e la cosa mi ha entusiasmato. Per giunta ho avuto la fortuna di lavorare per 3 anni in uno studio nel quale si progettavano, fra le atre cose, bonifiche ambientali e per questo ho avuto modo di visitare a Venezia un impianto simile a quello progettato qui. Per il resto, penso che notizie sui modi in cui l’amministrazione comunale ha speso i soldi, potrà averle interpellando gli amministratori e/o gli uffici competenti. Concordo con lei che se nell’ex cava si fosse realizzato un teatro sarebbe stato più bello e più fine, ma se l’amministrazione ha deciso cosi, ritengo che abbia avuto le sue ragioni. Le consiglio di chiederne conto agli amministratori che, essendo politici, sono sicuramente più preparati e bravi di me a soddisfare curiosità di natura politica. Mi farebbe molto piacere, invece, se lei contribuisse al dibattito tecnico, apportando motivazioni di natura tecnica a supporto della sua tesi secondo la quale questo impianto “non s’ha da fare”, in modo che su quelle avrò la possibilità di rispondere da queste pagine!
In ogni caso spero che prima o poi mi onorerà della sua conoscenza. Sicuramente abbiamo amici in comune che potrebbero favorire questo incontro. Fa sempre piacere conoscere persone nuove, soprattutto quando sono concittadini acquisiti che hanno tanto preso a cuore le sorti della comunità.
Ora la saluto e ringrazio dell’attenzione lei e i lettori che hanno avuto la pazienza di leggere fin qui.
Giuseppe Maradei