fbpx

Catanzaro :: “Prendi” l’arte e mettila da parte – Io resto in Calabria sullo spot con i Bronzi di Riace.

CATANZARO :: 16/06/2011 :: Al primo impatto lo spot ideato dalla Regione Calabria per promuovere le bellezze paesaggistiche e culturali della nostra regione, suscita un gran sorriso che diventa, nostro malgrado, immediatamente amaro appena si riprende coscienza dei millenni di storia che i Bronzi di Riace racchiudono.

Certamente ad un pubblico di giovanissimi, come qualcuno dice per sostenere l’innovatività di questo spot, fanno davvero ridere quei due cartoni animati che si giocano la scelta della meta delle vacanze come una coppia di fidanzati ai quali scappa anche la battuta sul gioco di parole, ma ci chiediamo perché ai giovani piace questo spot, ammesso che sia vero? Forse perché in un Paese come il nostro i giovani hanno capito che devi dissacrare ogni cosa per attirare l’attenzione o forse perché l’unica idea che gli è venuta in mente per promuovere un’immagine nuova e giovanile della nostra regione doveva per forza far rider. Mi dispiace, ma noi apparteniamo a questa categoria di giovani, cittadini e/o turisti. Piuttosto, potremmo essere quei giovani ai quali si poteva proporre un concorso di idee per promuovere, anche attraverso uno spot, la nostra bella terra: in questo modo ai tanti e talentuosi giovani calabresi  di cui si piange la fuga si sarebbe potuta dare una chance per contribuire a invertire questa triste tendenza. Giovani, ad esempio, come quelli che si sono inventati il Calabria Day per raccontare le realtà positive della regione e ribaltare l’immagine negativa che abbiamo ovunque. Oppure semplicemente, perché certe idee non si condividono e/o sondano con i calabresi? Perché non utilizzare l’emozione piuttosto che l’ilarità per parlare della Calabria?
La nostra politica regionale, in perfetta sintonia con quella del nostro Governo nazionale, non fa che costruirsi e giocare sull’immagine : avere un’immagine ridicola avvicina ai giovani, avere una finta immagine innovatrice avvicina ai giovani, realizzare grandi eventi di immagine avvicina ai giovani . . . ma noi ci domandiamo chi sono questi giovani che corrono dietro all’immagine senza poi verificare se dietro un messaggio puramente pubblicitario ci sia un’idea davvero innovativa nella sostanza, un cambiamento oggettivamente verificabile e una politica seria di promozione del turismo magari con una connotazione sostenibile e sociale alla quale la nostra regione sarebbe naturalmente incline.
Più che scioccati, noi giovani con un certo cervello e una capacità di analisi restiamo delusi dal fatto che promuovere il turismo nella nostra regione voglia dire ridicolizzare la nostra storia piuttosto che ristrutturare il territorio per rendere la cultura, le risorse naturali e il patrimonio artistico e architettonico accessibile a tutti, turisti compresi. Certo un turista in Calabria si potrà pure ab-bronzare, ma prima di raggiungere il mare dovrà superare la A3, dovrà sopravvivere alle 106 e dovrà curarsi di non fare il bagno perché il mare sarà nuovamente una fogna a cielo aperto.
Ma scrivere queste considerazioni ha poco senso perché c’è già qualcuno pronto a dire che a noi “brucia” la sconfitta alle passate elezioni regionali non capendo che ciò che ci “brucia” è il fatto che questa politica regionale, ormai da 30 anni ( e poca importanza ha chi c’è ora e chi c’era prima), ha distrutto il nostro territorio, continua a non saper intervenire sui grandi problemi del lavoro (si veda la questione del Porto di Gioia Tauro su cui solo Pippo Callipo si è impegnato concretamente) ma trova lo spunto di investire tanto, tantissimo, sulla comunicazione di un’immagine giovane e di cambiamento (dicono loro). A noi pare che a qualcuno bruci il fatto che Pippo Callipo continui, e noi tutti con lui, ad impegnarsi affinché questa Calabria possa davvero riscattare in positivo il proprio ruolo sul piano nazionale ed europeo. Ma chi critica , lo sappiamo bene, sono coloro che oggi pensano di essere forti, ma non sanno che prima o dopo i giovani di cui tanto parlano e di cui si fanno forti, ma che non conoscono e considerano affatto, si stanno organizzando per buttarli tutti fuori.