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Cetraro :: Prevenire e contrastare il bullismo: un’azione educativa congiunta.

CETRARO :: 14/02/2011 :: Il bullismo non è un problema solo tra la vittima e il bullo – riferisce Giuseppe Maritato Presidente della Promo&Form ed anche autore del libro “RIFLESSIONI SUL BULLISMO”, (a breve nelle biblioteche di molte scuole del Tirreno Cosentino), ma rappresenta una situazione di disagio e conflittualità che anche altre persone contribuiscono a creare non facendo nulla per contrastarlo.

Gli alunni che restano immobili e assistono ad episodi di prepotenza senza difendere la vittima né denunciare il fatto, gli adulti presenti che fanno finta di niente, sono alcuni esempi di situazioni in cui la responsabilità di quanto accade non è esclusivamente del bullo e della vittima, ma di tutto il sistema sociale.

L’intervento di contrasto dovrà quindi coinvolgere la comunità nei suoi diversi livelli, dalla famiglia, alla scuola, dalle associazioni culturali, ricreative e sportive, ai centri di aggregazione giovanile, dai servizi socio-educativi e socio-sanitari, alle forze dell’ordine.

In particolare, la scuola rappresenta il contesto di formazione dell’intera personalità, ha un’importante funzione educativa e di socializzazione è quindi uno dei contesti più adatti per realizzare piani di intervento di prevenzione e contrasto al bullismo.

La responsabilità e il dovere di agire è quindi di ogni soggetto della scuola.

 

Dirigenti scolastici possono:

promuovere e sostenere una politica scolastica sensibile alla problematica del bullismo ,

promuovere e appoggiare iniziative e approfondimenti sul tema da parte dei docenti o di gruppi di alunni ,

una rete di comunicazione e azione tra scuola e famiglia per fronteggiare insieme le prepotenze,

creare dei contesti di accoglienza e ascolto di situazioni problematiche riferite dai genitori, dai docenti o dagli alunni.

 

Insegnanti 

  •   informarsi e formarsi sul tema delle prepotenze acquisendo strumenti e metodologie di azione,

 

sensibilizzare gli alunni al tema delle prepotenze, attivando discussioni in classe e facilitando un clima accoglienza e accettazione tra i ragazzi,

 

osservare le dinamiche relazionali della propria classe, individuando e portando alla luce episodi di prepotenze ,

 

organizzare attività di educazione alla socialità per la creazione di reti di auto-aiuto tra gli studenti,

 

accogliere e ascoltare con atteggiamento non giudicante le esperienze di ragazzi riferite al bullismo,

 

aumentare il controllo nei momenti ricreativi o di attività poco strutturate ,

 

collaborare con alunni e genitori per promuovere un clima scolastico di benessere ,

 

 

Personale non docente

    • sorvegliare i ragazzi durante i momenti poco strutturati ,
    • informare tempestivamente i docenti ed il dirigente di eventuali episodi accaduti durante la loro sorveglianza,
    • mediare i rapporti sociali tra i ragazzi durante i momenti meno strutturati della giornata scolastica in corridoio, nel cortile o in mensa,

Genitori

    • ascoltare e accogliere i figli quando raccontano episodi di prepotenze senza giudicare o banalizzare,
    • tenere rapporti continuativi e costanti con la scuola, gli insegnanti e gli altri genitori, partecipando attivamente a proposte sul tema delle prepotenze come convegni, incontri formativi, riunioni,
    • prestare attenzione ai loro rapidi cambiamenti di umore o di comportamento dei ragazzi (che spesso sono segnali di disagio) ,
    • parlare con i propri figli per trovare insieme strategie di fronteggiamento efficaci,
    • creare delle situazioni che possano facilitare nei figli l’aumento dell’autostima e della fiducia in se stessi,

Alunni

    • Qualsiasi posizione i ragazzi ricoprano nel loro gruppo classe è importante che si sentano coinvolti come protagonisti nel fenomeno delle prepotenze. Se infatti, da una parte il bullo deve acquisire maggiori competenze empatiche e di mediazione, dall’altra, la vittima dovrebbe sperimentarsi in modalità maggiormente assertive. Al gruppo spetta il difficile, ma indispensabile compito di opporsi all’omertà e all’omologazione, contrastando la cultura delle prepotenze, denunciando gli episodi di aggressione ed intervenendo attivamente in difesa della vittima. Ciò al fine di promuovere una cultura democratica, della tolleranza, della collaborazione e del mutuo-aiuto.
  • Prevenzione attraverso la promozione del benessere

Il primo passo per contrastare il bullismo è circoscrivere il fenomeno cercando di diminuire la probabilità che si manifestino nuovi episodi.

Per prevenire la prepotenza è necessario lavorare per la costruzione di un contesto sociale che favorisca una crescita dei ragazzi come individui, cittadini responsabili e sensibili nei confronti dei loro bisogni e di quelli degli altri.

Questo può essere raggiunto attraverso al costruzione di relazioni interpersonali ed educative fondate sul rispetto, la collaborazione, la tolleranza e la solidarietà.

È quindi utile puntare sul miglioramento:

    • della conoscenza reciproca tra gli allievi
    • dell'autostima
    • dell'apertura verso la diversità
    • del rispetto per gli altri
    • dell'empatia, ovvero della capacità di mettersi nei panni degli altri e capire il loro stato d’animo
    • del senso di partecipazione e responsabilità verso la vita scolastica e di classe
    • della capacità di resistere al conformismo ed esprimere il proprio punto di vista
    • della capacità di gestire i conflitti attraverso modalità collaborative e di negoziazione