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Cosenza :: Mancanza di innovazione, nota di Coldiretti.

COSENZA :: 02/03/2010 :: “Nel deserto del commercio nascono nuovi fiori”. Con tale affermazione voglio sintetizzare la mancanza di innovazione nel paese del settore commercio che ha permesso alla Grande Distribuzione di accaparrarsi tutti gli spazi di rapporto con i consumatori. In questo deserto il progetto di Coldiretti per un consumo consapevole ed il ripristino di un dialogo diretto tra cittadino e impresa agricola rappresenta la vera innovazione.

Tale è se si pensa che, dietro questo semplice rapporto, c’è tutto un lavoro di tracciabilità volto a rendere al consumatore un servizio di trasparenza  apponendo sull’etichetta l’origine dei prodotti. A tal proposito ricordo a me stesso,  riferendomi alle esternazioni dell’ex Ministro De Castro a proposito del Farmer Market, come, nella battaglia nei confronti della Comunità Europea per il sostegno all’etichettatura dell’origine per l’olio, lo stesso Ministro si trovò contro una Coldiretti determinata a denunciare le sue posizioni a favore dell’industria agroalimentare che mal sopportava un percorso di chiarezza e trasparenza dovendo tutelare chi sfruttava il marchio Italia solo per ottenere vantaggi competitivi ingannando il consumatore.

Così pure la vendita diretta diventa una battaglia di civiltà ed un modello alternativo al consumo di massa. L’intendo non è quello di sostituire la distribuzione classica ma di completare il ventaglio di offerta in un panorama ormai asfittico. In quest’ottica chi sostiene che la rete distributiva nel rendere un servizio ne sostiene il costo, dimentica che il costo lo sostiene il cittadino consumatore e non solo quello dei servizi aggiunti al prodotto ma quelli delle inefficienze di un sistema distributivo tanto da far pesare sul prezzo al consumo un valore del prodotto agricolo pari solo al 17%.

Strano poi è l’attacco alla politica di questa città che si è semplicemente prestata a condurre un percorso per la costruzione di un progetto nel rispetto della normativa vigente nel settore  a tutela dei propri cittadini e volto ad esaltare un messaggio per la promozione dei prodotti del proprio territorio. Tutto questo cade in un periodo particolare dove legittimi sono i sospetti di voler introdurre nella competizione elettorale elementi di confusione. Del resto ci pare che molte risorse delle categorie, quindi anche del commercio, vengono spese dalla Camera di Commercio per poter promuovere i prodotti tipici in tutto ilo mondo, non vedo perché ciò non debba essere fatto a partire dalla propria città. Non possiamo certo immaginare che trovare sugli scaffali del Farmer Market di Coldiretti i Limoni di Rocca Imperiale, il Riso di Sibari, le Patate della Sila, i Formaggi e i Salumi di Calabria, i Polli e i Conigli allevati a terra, o trovare le Cipolle di Tropea solo nella stagione di produzione, debba essere penalizzante per il Commercio di questa nostra città che è fatto per lo più di prodotti di diversa provenienza e non ha mai puntato sulla valorizzazione dei prodotti agricoli della nostra Provincia. Cosa c’è d’indecente nel voler portare nel Centro Storico di questa città in una “chiassosa iniziativa” i sapori delle nostre campagne facendo si che il Punto Campagna Amica diventi un luogo in cui i cittadini si recano rivitalizzando quegli spazi dove spesso il commercio fallisce perché incapace di portare un messaggio attrattivo?

Chi oggi grida contro il progetto di Coldiretti sembra proprio un Golia che per colpa della sua arroganza si trova in ginocchio senza che il piccolo Davide abbia nemmeno usato la fionda. Credo che questo atteggiamento serva solo a qualcuno a giustificare le proprie incapacità di rappresentare interessi adducendo come scusa la improbabilità della nascita di un fiore nel proprio deserto. Non è un miracolo ma solo frutto dell’amore e della cura per la propria terra da parte di chi da secoli sa fare il proprio
mestiere.