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Praia a Mare :: Primo Maggio nel valore della sicurezza sul lavoro ed in memoria delle vittime della Marlane.

PRAIA A MARE :: 30/04/2018 :: Quest’anno il Primo Maggio è dedicato alle vittime del lavoro ed ai temi della sicurezza. La Manifestazione regionale unitaria di CGIL CISL e UIL si svolgerà a Carfizzi (Kr) alla presenza del Segretario nazionale della CGIL Maurizio Landini. Troppe incidenti sul lavoro, troppe le morti di un lavoro che anziché offrire speranza e diritti toglie vita e dignità.

I dati Inail 2016 fotografano dati sensibilmente in calo sull’anno precedente, ma i numeri degli infortuni in Calabria restano alti. Troppo alti, + 9,45 punti sopra la media nazionale. Il segno evidente di condizioni lavorative precarizzate dalle flessibilità contrattuali e prive di sicurezza. Il lavoro povero produce violazione di contratti e di sicurezza.

Nel 2016, su 105.698 posizioni assicurative e 4,3 miliardi di euro di massa salariale denunciata, le rendite gestite dall’Inail sono state 24.944 di cui 729 rilasciate nell’anno di riferimento (+30,41%). Sono state 10.154 le denunce di infortunio (-2,74%) di cui 8.932 sul lavoro e 1.222 in itinere. 271.825 le giornate indennizzate, circa 84,58 gg per infortunio con menomazione. Gli indennizzi per prime cure sono state 28.725, 1.230.000 euro la spesa per acquisti di protesi, ortesi e ausili. 505 le aziende ispezionate dall’Inail, 490 quelle risultate irregolari. 35 i lavoratori deceduti per malattie professionali, 23 gli incidenti mortali di cui 3 in itinere.

Per Mimma Iannello Responsabile della CGIL dell’Area del Tirreno:
“Sono dati che sollecitano misure nazionale e regionali di superamento della precarizzazione di ogni forma di lavoro. Serve rafforzare i controlli e la vigilanza ispettiva e, allo stesso tempo, serve che le imprese investano in misure di adeguamento a standard ottimali di sicurezza per impedire eventi infortunistici ricorrenti. Il lavoro non può togliere la vita ai lavoratori. Il lavoro dev’essere opportunità di crescita professionale e civile. Non può togliere anziché arricchire. Ma il pensiero in questo Primo maggio va alle vittime del lavoro del Tirreno. Va innanzitutto ai lavoratori della ex Marlane e alle loro famiglie che hanno pagato il tributo forse più alto nella storia del lavoro regionale. Ogni loro famiglia, per ogni loro caro, è creditrice di verità e giustizia. La CGIL, parte civile nel processo, seguirà con attenzione l’evoluzione di ogni filone del processo e della nuova inchiesta sino a che verità non sarà fatta. Le decine di morti del Tirreno erano morti evitabili, come sono evitabili i tanti infortuni che accadono ancora oggi. Quelle morti hanno come responsabilità negligenze e imperizie di un’intera dirigenza aziendale che ha sistematicamente violato le disposizioni in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro, di misure precauzionali, di fornitura di mezzi di protezione per i lavoratori, di smaltimento dei veleni prodotti dal ciclo industriale, di visite mediche periodiche, di adeguata informazione sulla pericolosità dei veleni con cui erano a contatto. Dalla storia della Marlane la Calabria avrebbe dovuto e deve trarre insegnamento perché il lavoro venga messo in sicurezza al meglio ed in ogni dimensione lavorativa. I dati dicono però che c’è ancora tanto da fare. Troppe violazioni, troppi infortuni ancora denunciati e non tutti raccontati. C’è ancora tanto da fare per creare buon lavoro e per renderlo sicuro”.