Scalea (Cs) :: Mare sporco nella Riviera dei Cedri.
Ecco, allora, che subito vengono chiamati in causa i depuratori, il cui cattivo funzionamento o, addirittura, spesso il non funzionamento è la causa dell’inquinamento dei corsi d’acqua che, a loro volta, riversandosi in mare creano un danno enorme, tanto grande da non essere ancora in grado di essere quantificato con esattezza. Per le zone costiere, dove le popolazioni vivono a ridosso del mare, le acque reflue vengono pompate verso un unico depuratore e queste giungono al depuratore in proporzione del 95-97%, mentre il restante 3-5% è costituito da sostanze organiche, che, se passano correttamente attraverso il depuratore, vengono sottratte all’acqua e convertite in fanghi attraverso uno specifico percorso. La separazione tra acqua e sostanze organiche è possibile, però, solo se vengono scrupolosamente rispettate le regole di manutenzione stabilite del costruttore, ad esempio, mantenendo alta la flora batterica nella vasca di arrivo con un’adeguata ossigenazione dell’acqua, aggiungendo un flocculante adatto nella vasca biologica per far si che le sostanze sospese decantino, disinfestando l’acqua pulita all’uscita del depuratore, estraendo i fanghi ogni volta che si renda necessario farlo. Verificando che tutte le varie fasi siano svolte correttamente, all’uscita del depuratore si avrà acqua batteriologicamente pulita. Un primo campanello d’allarme era scattato già nei primi giorni del mese di maggio quando comparvero alcune chiazze di schiuma nel mare antistante la spiaggia di Scalea. Qualche settimana fa un quotidiano parlava di schiuma che proveniva dalle navi in transito a largo della costa tirrenica ma sempre sullo stesso quotidiano lunedì scorso è stata pubblicata una relazione di Silvio Greco, biologo marino dirigente di Ricerca dell’Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare, che affermava “è innegabile che in alcune aree costiere, puntualmente, con l’avvio della stagione balneare si presentino alcune sgradevoli situazioni che sono riconducibili a due tipologie; una relativa alle schiume di vario colore ma normalmente verde marroncino che puntualmente attorno le 11 fanno la loro comparsa nei pressi della battigia, l’altra le miriadi di piccoli pezzi di plastica e rifiuti galleggianti vari che ci costringono a snervanti slalom. Tutte e due sono provocate dai nostri incivili comportamenti e da decenni di incuria e di malgoverno, con alcune differenze: la schiuma, che non è un caso che vada aumentando man mano che aumenta la temperatura del mare è un essudato organico non pericoloso per l’uomo, sicuramente fastidioso, che viene prodotto dalla normale attività biologica del fito plancton, favorita però da una eccessiva disponibilità di nutrienti (inquinanti) che arrivano al mare da terra. Per le vie di accesso – prosegue Greco – sicuramente da una parte ci sono le centinaia di scarichi illegali che vanno dallo scarico della villetta sul mare allo scarico del villaggio turistico non collettato a tutti quegli imprenditori che pur di risparmiare, invece di conferire a discarica o trattare i propri reflui, con il favore della notte scaricano in torrenti e fiumare e quando capita anche direttamente a mare. Dall’altra anche attraverso il mal funzionamento dei depuratori, il guasto di una pompa di sollevamento cosi come è capitato giorni fa, scarica a mare un concentrato di fogne non trattata”. Nel 2007 gli illeciti per quanto riguarda scarichi e depurazione sono aumentati rispetto all’anno precedente di oltre il 42% con 1.916 infrazioni accertate, 1.966 persone denunciate o arrestate e 737 sequestri effettuati. Nella classifica al negativo delle infrazioni troviamo al primo posto la Calabria con 341 infrazioni accertate, 385 persone denunciate o arrestate e 140 sequestri effettuati, in salita rispetto al secondo posto dello scorso anno. La valutazione della qualità dei sistemi di fognatura e degli impianti di depurazione costituisce un valido strumento per comprendere l’entità dell’impatto delle attività antropiche sull’ecosistema marino, soprattutto per quanto riguarda la zona sottocosta.
Emilia Manco