fbpx

Soveria Mannelli (Cz) :: Il Sud, le mafie tra politica e impresa.

Si è conclusa con una brillante analisi ed interessanti proposte, l’Università d’Estate di Soveria Mannelli con la lezione di Enzo Ciconte sulle “Mafie del Sud”.

 

 

SOVERIA MANNELLI :: 01/09/2008 :: “Disattenzione e connivenza hanno caratterizzato in Italia il rapporto tra Stato e mafie”. E’ quanto ha affermato Enzo Ciconte nella lezione conclusiva dell’Università d’Estate di Soveria Mannelli, che si è svolta nell’ambito della manifestazioni di “Essere a Soveria”, che quest’anno è stata contraddistinta dal motto “Porto franco”. Il tema della nona Università d’Estate è stato: “Parliamo tanto di Sud. Per una rivoluzione del Mezzogiorno: educazione, democrazia, sviluppo”.

L’introduzione è stata svolta dal Direttore dell’Università d’estate Mario Caligiuri, che ha evidenziato come nel groviglio dei problemi che riguardano il Sud certamente quello della criminalità organizzata è quello più rilevante. Enzo Ciconte ha evidenziato che il fenomeno è stato in principio erroneamente identificato con il brigantaggio, mentre in seguito si è cercato di utilizzare politicamente le organizzazioni criminali da un lato in funzione di nuovi equilibri sociali e dall’altro come argine al comunismo. Successivamente questi rapporti si sono tradotti nella realizzazione di comitati d’affari. Con particolare riferimento alla ‘ndrangheta, Ciconte ha evidenziato come la sua struttura sociale a base familiare ha determinato il limitato fenomeno dei pentiti, la ridotta permeabilità e la possibilità di espansione all’estero. I rapporti con la politica appaiono consolidati, tanto che nella storia d’Italia diversi presidenti del consiglio sembra abbiano avuto rapporti con la mafia, così come gli imprenditori del Nord hanno indirettamente contribuito allo sviluppo delle organizzazioni criminali, in quanto nella realizzazione delle opere pubbliche si sono ricercati sistematicamente accordi con le cosche criminali, contribuendo a determinare il fenomeno della “mafia imprenditrice”. Ciconte ha poi auspicato una più efficace gestione dei beni confiscati alla mafia, sia a livello legislativo che organizzativo. In definitiva – ha sostenuto Ciconte – il problema della mafia non appartiene al Sud ma riguarda tutto il Paese, in quanto il centro della ‘ndrangheta non è, metaforicamente, San Luca sull’Aspromonte ma Milano, cioè la capitale economica  e finanziaria del paese. Dopo un ampio dibattito e le risposte di Ciconte, ha concluso il Direttore dell’Università d’estate Mario Caligiuri che ha ribadito come la mafia sia un problema politico che va contrastato senza quartiere non solo con la magistratura e le forze dell’ordine ma anche con la scuola e l’università. A quest’ultimo riguardo, Caligiuri ha ricordato di avere recentemente promosso all’Università della Calabria un Centro studi sull’intelligence che ha come primo obiettivo quello di studiare il fenomeno della ‘ndrangheta.